I can close my eyes and make this moment last
Questa è la storia di una sirena controcorrente. Di un fiore sbocciato oltre trent’anni fa nel quartiere Afro-caraibico del New Jersey. Di una creatura poetico-musicale cresciuta tra i groove urbani delle radio hip-hop e dei videoclip new wave.
Gaelle Addisson deve la sua folgorante bellezza alle origini haitiane. Altro merito dei suoi genitori è quello di averle fornito una delle voci più calde, sensuali ed incisive del globo terrestre.
Il merito della sua diffusione è di Eric Stamile, produttore della Naked Music nonché uomo della sua vita, incontrato a 18 anni ad Atlanta, con la valigia in mano colma di canzoni. Perché il talento, l’interpretazione, la sensibilità sono tutte di Gaelle a cui possiamo aggiungere una dote rara ma preziosa: l’umiltà.
Perché con queste premesse Gaelle avrebbe potuto conquistare, con una certa facilità, lo stardom della musica dance, soul et similia. Difatti il suo primo tentativo, nel 1999, è micidiale. “Must be the reason why I’m king of my Castle” è il refrain killer che invaderà i dancefloor di mezzo mondo. Dove la voce sublima l’house banalotta dei Wamdue project.
Incassati i 15 minuti di popolarità Gaelle continua ad impreziosire progetti orientati alla dance (Ananda Project), al soul (Cee-Lo), all’ hip-hop (Estero). Ma la ragazza è cresciuta e giunge il momento di aprire il proprio Castello al passeggero (Transient).
Through all space and time
You’ ve been on my mind
Like a sweet red wine
Come and dance with me
Misterioso. Romantico. Raffinato. Il Castello di Gaelle diventa grande al primo ascolto.
Così fatto di suoni che appaiono facili, lineari, pop. Così sospeso tra indecifrabili morbidezze neo soul, ritmiche falsamente dance e rapidi slittamenti in area cool jazz targato eighties.
Ma quello che ipnotizza l’ ascoltatore non è la musica. Non è la produzione impeccabile che fa andare in loop brani come “Rain”, “Falling”, “Give it Back”, “Love You More”.
Quello che rende un’esperienza intima ed emozionante l’ascolto di Transient è la fortissima sensazione di assistere all’espressione di un’anima autenticamente nuda.
Di una vocazione poetica che associa testi introspettivi, profondi e mai banali ad una interpretazione talmente sincera da far accapponare la pelle.
Give it back
You hijacked my mind so
I’m falling in circles
Can’ t catch my fall so
I need you to be close cause
Where you go i’ll follow
So give it back
Nessuna rivendicazione, nessun riscatto i temi sono quelli ordinari, della vita di tutti i giorni. Quelli del rispetto, dell’amore e della perdita, dell’autostima. Ma, qui, suonano forti e diretti forse perché, sommersi dalla plastica, siamo abituati a riceverli camuffati e fasulli.
O forse perché siamo al cospetto di una donna talentuosa e dalle idee chiare.
Una donna che subisce le regole del music business, le svela (leggete qui) ed esce dal gioco. Una donna intraprendente che coltiva un nuovo sogno, insieme ad un gruppo di amici.
Una rete distributiva indipendente sulla falsariga di iTunes ma dove i profitti sono più equi e vantaggiosi verso gli artisti. Una edicola online personalizzata da chi produce musica. Si chiama Burnlounge ed appare già ricco e consistente.
A tutti un invito a supportare il sogno di questo splendido essere dal cuore grande.
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