Squadra che vince non si cambia: questa sembra essere la nuova regola di casa Hansen; i Gamma Ray ritornano infatti nel 1999 con questo Power Plant, mantenendo la stessa formazione del precedente Somewhere Out In Space.

Stavolta il suono si fa più pesante e meno melodico rispetto al predecessore senza però dimenticare i tipici cori che tanto caratterizzano il power del buon Hansen, che sempre di più si dimostra un bravo cantante, molto maturato dai tempi degli Helloween dove come voce non era proprio il massimo (ascoltare per credere Walls Of Jericho).
L'album ha dei punti alti ma anche diverse tracce dimenticabili che sanno, ahimè, di riempitivi: Short As Hell esplora lidi abbastanza estranei alla band, e si avvicina ai Metallica pre Black Album: il risultato non è dei migliori. La cover di It's A Sin è ben riuscita ma forse un pò fuori contesto, Heavy Metal Universe, omaggio (o scimmiottamento) dei tipici inni metal dei Manowar più recenti era sicuramente evitabile, nella sua inutile pacchianità.
Come già detto non mancano punti ben più alti o comunque buoni: Anywhere In The Galaxy riprende il concept di Somewhere Out In Space, ed è un'ottima opener. Razorblade Sigh è caratterizzata da riffs molto violenti, come Garden Of The Sinners, con delle schitarrate ai limiti del thrash. Tra le due relativamente più pesanti e acide tracce di cui ho appena parlato,si collocano l'allegra e melodica Send Me A Sign, che sembra uscita da uno dei primi album degli Helloween e Strangers In The Night, che con un ottimo coro si colloca tra le vette più alte del lotto. Wings Of Destiny è un'ottima cavalcata che risolleva l'ascoltatore dopo un possibile smarrimento per la pacchiana Heavy Metal Universe, mentre Hand Of Fate, introdotta da alcune note di piano è una riuscitissima marcia epicheggiante.
Dopo dieci tracce che si dividono tra alti e bassi, arriva il vero capolavoro: Armageddon. Per circa 8 minuti Hansen e co. ci deliziano con continui cambi di ritmo, da un metal velocissimo in tipico stile power a parti più lente e maestose mentre le chitarre di Hansen e Richter omaggiano i Queen... il brano in continua evoluzione ha un deciso stop verso i sette minuti e 15... tutto tace con l'eccezione di una chitarra che ripercorre per pochi secondi la melodia del ritornello, che subito dopo esplode e si ripete subito con intensità crescente che sfocia in un urlo corale finale (simile a quello di Man On A Mission) dove si raggiunge il massimo dell'intensità... dopo l'Armageddon, Hansen ripete, piano la profezia che apriva il brano:
" Now all you sinners/ this is a prophecy/a revelation of your own destiny/ you had a dream once/ a dream that you have sold/and now my brothers/this world is slowing getting cold...", e dopo un tocco rapidissimo (un paio di secondi) alla batteria di Zimmermann, è silenzio e l'album, ottimo ma comunque inferiore (nonostante Armageddon) a Somewhere Out In Space ha termine, confermando, semmai ce ne fosse stato bisogno, i Gamma Ray come una delle migliori power metal band in circolazione.

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