Dopo il già narrato 'This Is Boston Not LA', i nostri cari Gang Green pubblicano un EP e il gruppo comincia così un inesorabile declino, tutti se ne vanno, il cantante Chris Doherty, vera anima del gruppo, va prima ai Jerry's Kids, dopo suona in una band ska…
Insomma l'esperienza Gang Green sembra tramontata, dopo aver lasciato neanche 10 canzoni di eccezzionale Hardcore. Quattro anni dopo, nel 1985, Doherty decide però di resuscitare il marchio Gang Green assoldando il batterista dei Jerry's Kids Brian Betzger e i fratelli Stilphen a chitarra e basso . Dopo un EP la band registra l'album "Another Wasted Night", che sancisce l'inizio di una seconda vita per i Gang Green. Nuova vita, infatti, perchè Chris Doherty è cresciuto ed ha scoperto i piaceri del bacco degli yankee, la "birra" Budweiser (birra non la si può chiamare na bibita fatta col riso), da cui prende smaccate citazioni: Il logo dei Gang Green ora è identico ai neon della Budweiser, si definiscono King Of The Bands (mentre la Budweiser è la King Of The "Beers") e dopo le dedicano pure n'album. Ai Gang Green insomma piace fare casino: bere, scopare, pogare ed anche skeitare, altro elemento fondamentale dell'immagine Gang Green, e che in quest'album è più presente che in altri lavori. Sembrano i Circle Jerks trapiantati a Boston, ma ricordiamoci che This Is Boston Not LA !. Infatti a differenza dei losangelini (e di loro stessi fino a 4 anni prima) la lunghezza dei brani è raddoppiata anche se quasi nessuna supera il muro dei due minuti e mezzo e le canzoni seppur prevalentemente di sano hardcore, hanno venature metal.
Parlare di crossover è esagerato, che giusto in quel periodo stava fiorendo con bande come C.O.C., D.R.I. e Suicidal Tendencies, anche se canzoni come Alcohol e Skate To Hell entrano pienamente in tale definizione. Insieme a questi due episodi, l'album è composto da canzoni tipiche della prima fase Gang Green, ovvero frecciate da massimo un minuto suonate ad una velocità assurda, come "Protect & Serve", "Skate Hate" e una "Have Fun" appartenente al repertorio precedente. A queste si accompagnano brani tipici della produzione Gang Green d'ora in poi: parti lenti e altre dove viene messo il piede sull'accelleratore, ma con moderatezza (guardando sempre gli esordi, ovviamente) come la title track , "Last Chance" e "19th Hole", e le ultime due canzoni, in cui l'alcool comincia a farsi sentire: "Voices Carry" e "Sold Out Alabama" (in cui uniscono i tranquilli Lynird Skynird ad una frecciata di canzone come "Sold Out", del primo periodo Gang Green), degne chiusure di un altra giornata distruttiva.
Il gruppo poi s'allontana dalle prime influenze come in questo album e mantiene sempre la solita formula, che anche se la nostra band verde non ha nessuna pretesa, dopo un po' rompe anche le palle. Doherty è sempre alla voce ma la formazione cambia spesso, nel 1990 arriva anche John Pappe, bassista dei DRI, ma è ormai il tramonto della formazione. Come se non fosse abbastanza i Gang Green si riformano nel 1995 e diventano una parodia di se stessi, sfornando album in cui uniscono materiale nuovo a cover dei loro più grandi successi ®.
Tale formazione resiste fino ad oggi e occhio, arrivano ad Aprile in Italia, e quindi accogliamoli con una sana bottiglia di Moretti in mano!
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