Ammetto che non è stato facile partire prevenuto dopo aver letto male e, in altri casi, pure malissimo di questo disco ma eccomi qui, ce l'ho fatta.
In generale, però, è quasi raro trovare recensioni o anche semplicemente pareri nel web a riguardo e c'ho messo parecchio a reperirlo, per questo voglio ringraziare un link sperduto di un sito della Repubblica Ceca. Questa potrebbe essere a tutti gli effetti la sua prima recensione in Italiano.

Nel 1984, dopo quattro album, i Gang Of Four decidono di interrompere le attività. Sette anni dopo, i membri chiave Andy Gill e Jon King tornano sui loro passi e danno alla luce questo "Mall", uscito per la Polydor.
Allora, siamo tutti d'accordo che "Entertainment!" resta il loro capolavoro, il masterpiece, giusto? Bene, allora saremo anche tutti (tristemente) d'accordo che quello resta un disco insuperabile anche per gli stessi Gang Of Four: ci hanno provato qualche anno dopo con "Solid Gold" ma, per quanto mi riguarda, non è affatto all'altezza del debutto e forse-forse a tratti posso già dire che "Mall" ha delle caratteristiche che me lo fanno preferire ai precedenti lavori.
Sarò onesto nel dire che mi va bene così in fondo, la storia è già stata scritta. I Gang Of Four (che per l'occasione sono ufficialmente in due) propongono semplicemente qualcosa di diverso, non per questo di così bassa qualità.

Dimenticatevi subito delle sonorità Post-Punk e Dance Punk che li hanno caratterizzati e andiamo ad analizzarlo in modo chirurgico: l'aspetto che più è messo in risalto è l'uso abbastanza massiccio di sintetizzatori ma è il sound complessivo a risultare sintetizzato, che si rivelerà un'arma a doppio taglio. Un approccio più sobrio alla musica.
Ci sono diverse cose che mi lasciano perplesso e mi fanno storcere la testa di non poco: per esempio, la presenza di due anonimi intermezzi (?) ("Impossible" e "Hiromi & Stan Talk") dalla durata inferiore al minuto dalla totale inutilità.

La trama è la seguente: brani di una certa concretezza e sostanza alternati da brani insipidi, magari pure curiosi, ma non sviluppati completamente, lasciati a metà dell'opera.
"Cadillac" e "Motel" sono le tracce che aprono il disco e le previsioni sono buone, non sarà la vera anima dei Gang Of Four ma sono ottimi numeri Synthpop ed è al loro termine che l'andamento comincia ad essere sinusoidale tra una "Satellite" davvero troppo Pop e melensa, una strana ma rilassante versione di "Soul Rebel" di Bob Marley in una chiave differente, una troppo prolissa "F.M.U.S.A." e una davvero curiosa e singolare "Everybody Wants To Come".
Quest'ultimo brano poteva addirittura essere un brano di spicco: si apre (e si chiuderà anche) con un accenno di canto armonico a far da introduzione all'anima vera e propria della traccia dal sapore quasi New Age, molto ambientale, in stretto legame con un background di leggere effettate e tappeti di synth angelici; ciò che non convince è la parte vocale che, in un certo senso, non farà mai del tutto esplodere la scintilla del brano. Assolutamente da non buttare.

Se fosse stato pubblicato con un altro nome probabilmente sarebbe stato considerato molto di più.

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