Il papà di Malcolm, Reese etc. ha cambiato lavoro, si è trasferito in Giappone, ha mollato Lois e molto probabilmente ha venduto ai gialli quei suoi figli minchioni per adottarne uno apparentemente più normale. Ha sposato pure Juliette Binoche, ma lei muore durante un'esplosione/crollo che distrugge la centrale nucleare del marito (la mia mente malata ha voluto scorgere nella scena del corridoio una citazione di “At The mountains Of Madness” ma ripeto, si tratta della mia mente malata..). Si scopre poi che il figlio del papà di Malcolm è in realtà il figlio di John McLane (mi rifiuto nella maniera più categorica di rintracciare il nome dell'attore che interpreta il penoso protagonista), marine muscolossissimo e devoto a patria & famiglia.

Non mi ricordo bene che succede perché credo di essermi appisolato, comunque dalle viscere della terra spunta un mostro alato e gigantesco che comincia a distruggere tutto. Uno scienziato giapponese, che dal tono della voce sembra essere costantemente affetto da problemi di stipsi (forse rileggersi la sceneggiatura potrebbe aiutarlo..), ci spiega che esistono dei mostri giganti che si nutrono di radiazioni; infatti negli anni '50 hanno pensato bene di bombardarli con le atomiche, logico no? Insomma questi mostri masticano sottomarini nucleari e missili balistici come se non ci fosse un domani. Per qualche motivo arriva Godzilla e con esso l'intervallo e la necessaria redbull per combattere  la sonnolenza. Poi non vi voglio rovinare la sorpresa, comunque i mostri, che alla fine sono tre, per qualche altro motivo puntano su San Francisco, dove si scasseranno di botte sotto una pioggia battente che consente di ridurre esponenzialmente il budget per la CGI.

Tra tutto questo marasma si ergono in tutta la loro ottusità le forze armate americane. I froci della Marina, che ricordiamolo è là fuori proprio per difenderci da Godzilla, sono sulla loro portaerei con un bel ponte di comando arredato in perfetto Asylum-style e attaccano i mostri con missiletti del cazzo sparati a caso. L'esercito dal canto suo trasporta su di un treno scoperto missili nucleari grossi così, spara con le mitragliette contro bestie alte cento metri e dispone di artificieri che sono in grado di spostare testate atomiche a braccia come se fossero casse di mele ma non si ricordano di portarsi dietro nemmeno un cesso di flessibile.
Tra omini che piovono dal cielo volando in mezzo ai fulmini, ridicole esplosioni nucleari nella baia di San Francisco, radiazioni evocate a caso, l'inettitudine totale di scienziati e militari, il film si trascina verso l'inevitabile e tragica conclusione: Hollywood non sa (più?) fare film di mostri. Avevano già sputtanato Godzilla nel '98, hanno defecato un King kong a dir poco penoso, ci han riprovato con Cloverfield con risultati appena potabili (ottenuti però a prezzo di bestemmie e mal di mare), un mezzo guizzo con Pacific Rim ma niente, Godzilla 2014 è la conferma che proprio non ce la fanno.

Il problema è che l'allegra e spensierata ignoranza, in cui gli americani sono maestri e che dovrebbe essere la linfa di un film del genere, ha lasciato il posto alla pretese di verosimiglianza, di scavo psicologico, di costruzione di una situazione “credibile” da cui  poi far deflagrare il consueto bordello di effetti speciali. E sì che di Monsters il caro Edwards qualcosa dovrebbe saperne; possibile che l'aumento del budget corrisponda a un radicale calo della qualità del prodotto? Sì, possibile.

Una delle maggiori pecche del film è l'assurdo e insistito imperniarsi sulle gesta dei militari, in questo caso stupidi, faciloni e idioti come non mai. Il nuovo Godzilla riprende ovviamente un minimo di fiato nel pestaggio finale tra i tre mostri. Anche lì, potevano darci più soddisfazioni, magari scomporlo in duelli più scaglionati lungo la pellicola, invece si concentra tutto alla fine, il ritmo si impastoia nell'ultima mezz'ora e quello che c'è di buono si perde tra le puttanate e le esplosioni tanto care a Hollywood. Le scene più cazzute si svolgono comunque in condizioni di scarsa visibilità. Scelta criticabile ma comprensibile: non ho idea di quanto possa costare riprodurre in computer grafica un combattimento tra titani in pieno giorno a San Francisco, con crolli e devastazioni. Però Edwards ci sa fare, e qualche brivido lo regala tra il fumo e la polvere della battaglia, in cui lo spettatore cerca di avvistare le enormi sagome dei mostri (fatti comunque veramente bene) e in cui le scaglie atomiche del lucertolone baluginano minacciose pronte a colpire. Azzeccato poi questo nuovo e massiccio Godzilla: chiatto, puntuto, incazzoso e con la mitica fiatella atomica in grande spolvero il vecchio bestione fa decisamente brutto. Forse gli avversari potevano essere più all'altezza, ma non si può chiedere troppo; accontentiamoci del fatto che a sessant'anni dall'esordio il film americano cerca almeno di riproporre la classica raison d'être dei ridicolissimi e gustosissimi film di kaiju giapponesi, ovvero lo scontro mostro VS mostro. Il problema è la zavorra, che in questo caso diventa vero e proprio pattume, un ciarpame inquadrato anche dal magniloquente e pomposo commento musicale.

Qualche scena azzeccata e qualche inquadratura più ragionata del solito non bastano a mio avviso a fare di questo un filmazzo da cazzo duro al 100%. In questo senso e a titolo di esempio, Pacific Rim gli è nettamente superiore; quando  ad Hollywood capiranno che in film/luna-park come questi è utile una sceneggiatura scarna, semplice e solida, allora forse le cose cominceranno a cambiare. Ah, Elizabeth Olsen ci sa fare ed è una gran figa, comunque...

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