"The Ultimate Hits"... sarà davvero questo il definitivo riassunto della carriera di uno dei più grandi cantastorie d'oltreoceano? La sostanziale latitanza dalle scene che dura ormai dal 2001 e la perentorietà dell'aggettivo ultimate non lasciano scampo, ma forse è giusto così: ascoltare le 34 canzoni equamente divise tra i due CD di questa raccolta è come arrivare in cima ad una montagna e ammirare dall'alto il paesaggio: "The sky is the limit", canta lo stesso Garth in "Two Of A Kind Workin' On A Full House", e quel limite è stato raggiunto: tutto è perfetto, tutto è al posto giusto, e salire più su non è proprio possibile: tutto quello che rimane da fare è lasciare la scena in grande stile, con la consapevolezza di aver scritto pagine importanti nella storia della bella musica: è proprio grazie a Garth Brooks a alle sue canzoni che ho capito che il country non sarebbe stato un'infatuazione passeggera come ne ho avute a decine nel giro di 3-4 anni, e questa recensione è il mio personale Grammy Award alla carriera per questo grande artista.
Per chi ascolta questa raccolta per la prima volta non ci sono classici o inediti, covers o composizioni originali, non ci sono differenze tra i brani provenienti da questo o quell'album, solo 34 canzoni che si susseguono, dai ritmi goderecci ad alto tasso etilico di "Longneck Bottle" e "Beer Run" al fascino profondo e poetico di "To Make You Feel My Love", una stupenda canzone di Bob Dylan interpretata dal Nostro con un pathos da pelle d'oca, passando per una miriade di altre storie, altre emozioni, altri scenari: la spensieratezza balneare di "Two Pina Coladas", la grinta espressiva di "Shameless", l'atmosfera mid-western tipicamente americana di "Rodeo", "Midnight Sun" e "Honky-Tonk Bar Association", la vivacità portata quasi al limite di "Ain't Going Down" e "The Fever", la dolcezza decisamente ubriaca di "Wrapped Up In You", il country agrodolce di "Papa Loved Mama" o "Too Much Young" e quello più ritmato e allegro di "Two Of A Kind, Workin' On A Full House", le contaminazioni R'n'b di "Workin' For A Livin" e gospel di "We Shall Be Free", un bellissimo inno alla libertà e alla speranza.
Già tutto questo sarebbe più che sufficiente per giustificare un normale greatest hits e una carriera misurabile in milioni di copie vendute, ma il bello è che non è tutto qui: ci sono anche, ci sono soprattutto i capolavori, le canzoni più belle: canzoni che raccontano storie come "The Beaches Of Cheyenne", e "That Summer", cha vanno solo ascoltate col cuore, facendosi trasportare dal perfetto intreccio tra musica e testi, senza dimenticare due classici come il geniale ed orecchiabile inno di rivalsa sociale "Friends In Low Places" e l'inquieta e tormentata "The Thunder Rolls", le travolgenti melodie di sapore vagamente irish di "Callin' Baton Rouge" e "Standing Outside The Fire", fino ad arrivare ad una canzone che forse non è nemmeno tra le più significative della raccolta, ma è sicuramente la mia preferita: "Good Ride Cowboy", tra irresistibili minuti di puro country: niente di più, ma è abbastanza per far tornare il sorriso anche dopo la giornata più storta.
Come ogni cantante country che si rispetti, anche il Nostro ha la sua manciata di indimenticabili ballate: oltre alla già citata "To Make You Feel My Love" le più belle sono "The River", con il suo incedere dolce, sognante ma al tempo stesso quasi epico, in cui Garth si rende protagonista di una delle migliori interpretazioni della sua carriera e il classico "The Dance", con la sua inconfondibile linea di piano e la sua melodia scarna e un po' amara, addolcita dagli arrangiamenti orchestrali. Più enfatiche ma forse un po' meno affascinanti (ma non certo brutte, tutt'altro...) sono le power-ballads "More Than A Memory" e "When You Come Back To Me Again", mentre "If Tomorrow Never Comes", "Unanswered Prayers", "What She's Doing Now" e "Leave A Light On" si rivelano essere puri e semplici gioielli di sentimento e melodia.
Che piaccia o non piaccia questo genere di musica, non si può non riconoscere che le canzoni di Garth Brooks cambiano look di volta in volta rimanendo però sempre fedeli alla loro anima semplice e diretta, e questa è una dote preziosa, di cui parecchie "vacche sacre" dei generi musicali più disparati, molto più famose e considerate del Nostro su questa sponda dell'Atlantico sono totalmente prive.
"He was up in Wyoming, and drew a bull no man could ride, he promised her he'd turn out, well it turned out that he lied, and all the dreams that they'd been livin' in the California sand, died right there beside him in Cheyenne" - "The Beaches Of Cheyenne"
"And now I'm glad I didn't know the way it all would end, the way it all would go, our lives are better left to chance, I could have missed the pain, but I'd of had to miss the dance" - "The Dance"
"'Til she came to me one evening, hot cup of coffee and a smile, in a dress that I was certain she hadn't worn quite for a while, there was a difference in her laughter, there was a softness in her eyes, and on the air there was a hunger even a boy could recognize" - "That Summer"
"Too many times we stand aside, let the water slip away, ‘til we put off ‘til tomorrow has now become today, so don't you sit upon the shoreline and say you're satisfied, choose to chance the rapids and dare to dance the tide" - "The River"
HATS OFF TO GARTH BROOKS
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