Tutti i pezzi di questo raro cd sono stati registrati dal vivo tra il 1981 ed il 1983 al Palace of Festivals Theatre di Cannes (palazzo dei congressi), in Francia. Uniscono la bravura del chitarrista jazz Pat Metheny al rock-electric-blues degli Heat Brothers, abile quartetto di Los Angeles, ma non solo. Ci sono 11 brani in tutto, 6 dei quali vedono protagonista Gary Burton, maestro di Pat ed eccelso vibrafonista, con due diverse formazioni.
Il cd apre con Pat che si esibisce in acusticissimo medley di sette minuti nel quale innesta alcuni suoi celebri brani tratti dal live Travels. Il secondo brano, "A Sassy Samba" vede fraseggiare la synth di Pat con il quartetto blues, per una atmosfera colorata che mescola blues-jazz e musica sudamericana. Serale ed elegante "Arherdoc" composizione degli Heat Bros, di venatura rock-blues.
"Move to the Groove" è la quarta traccia, scritta dagli Heat, ma splendidamente interpretata da Pat. Si parte con un sinuoso ed intenso basso, su cui interviene gradualmente il sax e l'electric guitar. Atmosfera davvero calda e strisciante per una buona commistione di mood. Il quinto pezzo è il classico indistruttibile di Kern "All The Things You Are", suonata milioni di volte da milioni di musicisti, e in questo caso riproposta in chiave jazz-blues.
E' di Chick Corea, ma interpretata da Burton, Ahmad Jamal al piano, Sabu Adeyola al basso e Payton Croossley alla batteria il sesto brano "Tones for Joan's Bones". Avvio scattante e rapidi tocchi sui tasti fino ad un lungo solo di batteria, fino all'intenso fraseggio collettivo assolutamente jazz. "Autumn Leaves" è soffice ed elegante. I rintocchi di Burton si mescolano con sussurri di piano e basso. "My Foolish Heart" è un classico delicatissimo di Washington. La formazione che lo esegue vede Burton al vibrafono, Daniel Humair alla chitarra, Pierre Michelot al basso e Rene Urtreger alla batteria. La versione è quasi una ninna nanna dolcissima, condotta dal maestro Gary. Interpretazione vivace per la malinconica "No More Blues", classicone celeberrimo del brasiliano Jobin. Il soliloquio di Burton rende però con efficacia l'atmosfera onirica del brano. Finalmente orchestrale, di finissimo mood jazz, il pezzo di Barinin/Dernier "This Night Has A Thousand Eyes", quasi nove minuti. Chiude il brano di Duke Ellington "African Flower" reso curisamente moderno dall'interpretazione di Burton e soci.
Un album raffinato con comparsate di valore, una "collection" documento pubblicata da Abraxas srl, di Firenze, nel 1999.
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