Tratto da una storia vera.

Nel 1996, in Francia, 20 giovani danzatori si riuniscono per una prova di tre giorni in un collegio in disuso.

Ballano alla grande, si scatenano, fanno festa con la sangria ma qualcuno dentro ci mette LSD, così.

Film ambizioso, caotico ed anarchico solo in apparenza, in realtà dalla struttura solida, dalla scelta di girare tutto in ordine cronologico, con una story line ed una linea di dialoghi non definita. Libertà assoluta agli attori che attori non sono, sono dei veri ballerini professionisti, bravissimi e scalmanati.

Climax, omaggia apertamente Possession di Zulawski (le scene di possessione lisergica dei ballerini) e Suspiria di Dario Argento (il virato rosso che ha fatto scuola).

Interessante la costruzione del film, suddivisa in tre parti. Nel lungo prologo assistiamo a delle interviste fatte ai giovani ballerini, giusto per introdurli e definirli ma non ne caveremo granchè. Li vediamo attraverso una TV, ai lati sono disposte diverse VHS tra le quali quelle di Possession e Suspiria (di qui l’apertamente precedente).

Nella seconda parte i ragazzi ballano e si scatenano provando le loro coreografie in un frenetico agitar di mani e corpi con dei movimenti e dei guizzi pazzeschi sulle note dei Daft Punk (che nel 96 lanciarono il loro primo disco).

Nella terza parte, i ragazzi si sentono “strani” qualcuno ha messo qualcosa nella sangria? Decisamente sì.

Inizia dunque il delirio psicotropo di massa, anche la MDP di Noè sembra andar fuori controllo, nei piani sequenza in cui letteralmente insegue i vari protagonisti (ma non ve n’è nemmeno uno di protagonista assoluto) nelle loro fughe verso la libertà (o da se stessi), tra sinistri corridoi e porte chiuse, tra balli ora sì davvero infernali e dialoghi sconnessi, dove la violenza esplode inventando pretesti.

In questo magma distruttivo e lacerante, Noè, tuttavia, tiene ben saldo il timone nel mare in tempesta sebbene le inquadrature si facciano sempre più ondulatorie e capovolte (qualcuno direbbe “funzionali” …beh sì, funzionano).

Non c’è sottotesto, quel che vedi è quel che è, eppure al di sopra di Climax o se preferite a braccetto, il nostro inserisce pillole di macro-argomenti, quali la nascita, la maternità, l’aborto, la morte. Tali inserti sono delle frasi a loro modo “lapidarie” che appaiono a mò di didascalia.

Nascere è un’occasione unica.

Morire è un’esperienza straordinaria.

Metti un gruppo di giovani in una location isolata e squallida, metti la droga e la distruzione è servita.

Noè ci ha mostrato il girone dei pazzi drogati, io non ci vorrei finire.

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