Visti i commenti relativi al mio primo articolo su Debaser. sarò chiaro: questa non è una recensione, è un elogio.
"Disco Blu" è un piccolo gioiello. Qualcosa di unico. Forse proprio qui sta il suo punto debole: chiunque avesse pensato a quest'album come all'inizio di un filone musicale, all'inaugurazione di un genere su cui i Gatto avrebbero fatto scuola, si sarebbe sbagliato. Quest'album può ispirare, ma non darà seguito a nessun genere. E i Gatto questo lo sanno bene. Dopo l'album "intermedio" "L'irréparable", l'ultima produzione dei "felini" ("Disconoir") va in tutt'altra direzione.
Sono stati accostati ai Sigur Ros, ai Giardini di Mirò, ma in comune con loro hanno solo il fatto di incentrare i pezzi sugli strumenti musicali e poco sulla voce. Un pò come accostare i Milaus ai Madredeus perchè in comune hanno il violino...
Romano ha già detto, molto meglio di come avrei potuto farlo io, tutto quello che avrei voluto dire. Ha descritto con grande sapienza "visiva" l'atmosfera che si respira ascoltando quest'album. Ma permettetemi di aggiungere qualcosa.
Secondo me nel disco "Giallo" c'è qualcosa di infantile nei Gattociliegia. Meglio ancora: qualcosa di uterino. E' qualcosa di più del calore e della protezione. Ascoltando "#2" si viene catapultati in una dimensione innocente, limpida, chiara, esplicita, protetta. I Gatto non riflettono sul mondo, sulla politica, sulla società. Come compositori greci, abitano un mondo ideale che raccontano con la semplicità di un bambino.
Se #2 fosse un accordo, sarebbero di settima maggiore.
Se fosse un intervallo, sarebbe di quarta, come tra Mi maggiore e Do diesis minore.
Se la danza è una risposta al suono, un'interpretazione dell'ascoltatore, allora al suono dei Gatto la risposta avviene senza interpretare: non si balla ascoltando i Gattociliegia.Elenco tracce e video
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