Succede. Succede che un giorno Patrick Djivas nota un ragazzotto di belle speranze e decide di promuovergli il disco: ci suona lo arrangia e gli dà un suono vero.

Succede che il ragazzotto in questione sa scrivere, e molto bene, ed è pure un discreto chitarrista.

Succede che d'accordo non è DeAndré nè Gaber, ma qualche volta si potrà parlare anche della piccola poesia quotidiana (tipo quando ti nasce un figlio o ti innamori) o no? Basta non farlo in maniera banale, e questo disco non lo è mai.

Succede che il disco è semplice, sincero, accattivante. Easy listening certamente, ma fatto davvero bene.

Succede che la radio lo passa a nastro mentre tu sei in un momento molto felice della tua vita e quindi volente o nolente te ne innamori

Ma succede pure che dopo che il buon Djivas se n'è andato il povero Gatto non è stato più capace di ripetersi.

Succede allora che questo disco va a finire nel grande cassetto delle promesse non realizzate. Un grande avvenire dietro le spalle, come si dice.

Di per sé je darei pure quattro stelle, mi fermo a tre perché non so quanto è di Djivas e quanto è suo. Però il disco funziona, e se avete voglia di musica felice e senza impegno ve lo consiglio proprio

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