"Il suo nome è Tsotsi" di Gavin Hood (Sud Africa, 2005) è la trasposizione cinematografica del romanzo "Tsotsi" edito da Athol Fugard nel 1989. Il regista sudafricano compie però alcune importanti modifiche nella trama e soprattutto nell’ambientazione. Se infatti il romanzo si svolge nella Sophia Town dei ghetti e dell’apartheid, Hood sposta l’azione nella Johannesburg contemporanea, dove l’apartheid non vige più ma povertà e miseria sono ancor a diffuse.
Il protagonista assoluto dell’azione è Tsotsi, un giovane ragazzo che vive nella periferia di Johannesburg arrangiandosi con rapine e furtarelli. Già nella prima scena, nella quale Tsotsi e la sua gang uccidono per pochi spiccioli un malcapitato in metropolitana, ci viene violentemente messa davanti agli occhi la dura realtà di quel mondo il quale, per chi ci è nato, sembra forse l’unico mondo possibile. Ma l’azione centrale, che si pone a capo dello sviluppo dell’intera storia, avverrà solo qualche minuto più tardi. Nell’atto di rubare l’auto a una donna di colore di stato sociale evidentemente più elevato del suo Tsotsi ruberà inavvertitamente anche il di lei figlio di pochi mesi che si trovava sul sedile posteriore. Nell’abbandonare la macchina (dopo averla ripulita degli oggetti di valore) il protagonista porterà con sé anche il bambino in un’azione forse inspiegabile e che gli cambierà completamente la vita. Da qui inizierà infatti la crescita umana di Tsotsi grazie anche anche ad alcuni elementi contingenti.
Attraverso il bambino Tsotsi riporterà alla mente alcuni ricordi della sua infanzia (il padre violento e ubriacone, la madre malata) che gli permetteranno di una sorta di presa di coscienza tardiva della sua vita. In uno di questi flash-back lo spettatore verrà a conoscenza del vero nome del protagonista, ovvero David, che evidentemente Tsotsi aveva scelto di dimenticare ad un altro segno della volontà del ragazzo si recuperare la sua identità sarà proprio dare al bambino il suo “vecchio” nome. I primi ad accorgersi del cambiamento del protagonista saranno i suoi amici e compari con i quali avrà qualche momento increscioso. Ritornando con essi nella casa del bambino, nella quale è presente solo il padre, Tsotsi arriverà addirittura a sparare ed ammazzare uno dei suoi scagnozzi per evitare che uccida il padrone di casa. Il ragazzo inoltre conoscerà (in maniera insolita) una ragazza precocemente vedova, con la quale, a dispetto del loro primo incontro, accarezzerà forse il sogno di avere una famiglia ed un’esistenza stabile.
Gavin Hood di tutte le tematiche sollevate dal romanzo si concentra quasi esclusivamente sul processo si crescita del protagonista, ottimamente interpretato dal giovane Presley Chweneyagae, col quale lo spettatore si identifica quasi da subito, nonostante le bravate dei primi minuti. Un ruolo importante viene svolto anche dalle musiche che accompagnano gran parte delle immagini; si tratta prevalentemente di musica Kwaito, una sorta di hip-hop con aggiunta di sonorità sud-africane che caratterizzano ulteriormente l’ambientazione contemporanea del film.
Oscar come miglior film straniero nel 2006.
Piccola nota per il mio professore di letteratura inglese: se per caso si dovesse trovare a leggere questa pagina su Internet non pensi che abbia impudemente scopiazzato il commento da lei chiesto da DeBaser ma sappia che sono stato io, Mattia Damiani, a scriverlo e metterlo su questo meraviglioso sito. Spero agli editors non dispiacia eccessivamente questa divagazione! Saluti
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