Io, per ragioni anagrafiche, non ho storie da raccontare che si rapportano a questa musica. Ad un disco uscito quasi più per dovere che per voglia nel 1972 (cosi si evince dalla breve didascalia del booklet). Perchè io mica c'ero nel 1972.
Ma pure nell '82.
Ciò nonostante c'è qualcosa in questi suoni caldi che mi riappacifica. Forse c'è il sapore di un passato tanto diverso dal presente, cosi facile da modellare con l'immaginazione.
Ma mica mi succede solo per questo dischetto, anzi, per quasi tutta quella produzione italiana dei primi '70, che sia prog o meno.
Questo per esempio è additato da più fonti come un disco prog, che di prog non ha assolutamente nulla, se non forse la copertina.
I pezzi sono brevissimi, raramente sopra i 3 minuti, strutture lineari e collaudate, nessuna divagazione sperimentale, ma c'è quella patina di nostalgia nei suoni che mi attanaglia e mi fa apprezzare anche piccole incoscenze come Biscotti e the, o quella che ho preferito, Campane a Rotterdam.
il suddetto è ricordato più che altro per 'colpa' di Battiato, che ha suonato e scritto e cantato qualcosa, sicuramente ci ha messo (in grande evidenza) il suo moog.
Ma al di la di Battiato, queste canzonette hanno un sapore agrodolce; la capacità di incantarmi con un semplice tappeto di pianoforte, e di farmi viaggiare nel tempo a ricordi che non sono i miei.
Se per voi non è cosi, passate oltre, non c'è nulla di che qui, solo ingenue canzonette.
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