È (giustamente) opinione diffusa che Gene Clark abbia scritto solo canzoni bellissime. Potrebbe sembrare una affermazione esagerata e sopra le righe, ma al di là della condivisione di questo giudizio così importante, la grande capacità lirica e compositiva di questo cantautore è indubbia e alle basi della storia della musica pop e rock. Nato a Tipton nello stato del Missouri nel 1944, si trasferisce giovanissimo del Kansas dove comincia a entrare nel giro della musica country rock già all'età di 13 anni. Poi rimane folgorato dai Beatles, va a Los Angeles e forma il nucleo centrale dei Byrds di cui costituisce l'anima più sensibile e orientata al sound Beatles e in buona sostanza il compositore più prolifico, ma molla il gruppo dopo i primi due album e durante la lavorazione di "5th Dimension". Autore prolifico, pubblicherà negli anni in realtà meno di tanti suoi colleghi, aveva un animo particolarmente sensibile e in qualche modo poco convenzionale per gli standard dell'epoca, un carattere schivo, si ritiene soffrisse d'ansia, morì nel 1991 affetto da ulcere diffuse e dopo interventi allo stomaco e l'intestino e rovinato da abusi di alcol e droghe prolungati negli anni.
Una lunga introduzione che è resa indispensabile per presentare questo disco pubblicato dalla Omnivore Recordings e che completa forse in maniera definitiva il "dizionario" delle canzoni scritte da Gene Clark con l'aggiunta di 14 pezzi inediti. Le registrazioni furono scovate negli anni ottanta negli archivi della Liberty Records e come viene riportato nelle stesse note di copertina da John Einarson, sono state sin da allora considerate come il "Santo Graal" della produzione di Gene Clark: canzoni scritte dopo la fine della sua storia con i Byrds (con i quali ebbe più tardi una fugace reunion) più cinque pezzi registrati per i Rose Garden, ma mai pubblicati prima e una demo di "Till Today" (contenuta nel disco eponimo dei Rose Garden del 1968).
A parte il mito, va detto che i contenuti di "Gene Clark Sings For You" sono comunque all'altezza delle aspettative e pure se le registrazioni non sono "prime time", vanno benissimo così: "On Her Own" è una ballad folk malinconica, "Past Tense" svela il lato più Beatles dello stile di Clark; "Yesterday", "Past My Door" sono improntate su di un sound più jangle-pop, "That's Alright" è ancora una ballad nostalgica country-folk e "One Way Road" si allinea al sound psichedelico degli anni sessanta. "Down On The Pier" e "7.30 Mode" evocano invece Bob Dylan, che poi è probabilmente principale "epigono" anche nei pezzi scritti per i Rose Garden. In definitiva forse non sarà il Santo Graal, ma poi se lo ascolti ti rendi conto che le queste canzoni sono così belle forse proprio perché sono senza tempo e senza età e così era anche Gene Clark
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