Molti di voi si chiederanno: "E' un sogno, è un incubo? Il vecchio bassista dei Kiss, è ancora capace di fare un disco? Dopo tutti questi anni?"
Ebbene si, sogno o incubo che esso sia, il demone dalla lingua lunga e piena di sangue (finto) è tornato fra noi, e tenta di essere al passo coi tempi, scegliendo di realizzare un disco (che sembra più una session che un disco) che si finge Hard Rock ma alla fine è di un pop mischiato ad un retroscena molto kitsch e a chitarra imbrattate di distorsioni appena uscite dal negozio.
Il caro amico Kulick ritorna alle chitarre, accompagnato in "Firestarter" (quasi apprezzabile cover dei Prodigy) da Dave Navarro, un'altro di quelli che si sposta a suonare ovunque ci sia la puzza di soldi. In "Waiting for the morning light" scritta all'epoca con Bob Dylan, ritroviamo l'anima più dolce del vecchio barbuto Gene, e cozziamo con la sua falsa vena psichedelica nel pezzo "Black Tongue" dove si ode Frank Zappa riemergere dalla sua tomba (come "Hot Rats") con dei soli di chtarra abbastanza fuori luogo in un cd del genere.
Per molti versi il disco rimane abbastanza scarso, incongruente ed abbastanza costruito per il semplice commercio e non per qualche fine più alto (daltronde Gene ormai pensa solo a sesso e soldi, altro che!)
Io sono un fan incallito dei Kiss quindi con tutta sincerità esprimo il mio parere sul disco, che come vedete, anche da fan, non apprezzo per nulla. Ho deciso di recensirlo appunto per dimostrare come, molto spesso, i nostri idoli, si sentano un po troppo spesso nel potere di produrre lavori che il pubblico acquisterà solo ed esclusivamente per la garanzia data dal nome dell'artista.
Quanti flop abbiamo visto nella storia della musica: gli ultimi lavori dei Deep Purple, dei Rolling Stones, dei Duran Duran, degli Eagle, di Ozzy, e chissà per quanto continuerebbe la lista!
A voi il verdetto.
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