Devo dirlo: non ho mai amato particolarmente Phil Collins; ho sempre preferito la teatralità e l'istrionicità di Peter Gabriel, geniale in tutti i suoi travestimenti e le sue trovate sul palco. Certo il primo resta sempre uno dei più grandi batteristi di sempre, ma in quanto a prove vocali è imparagonabile a Peter. Anche se sono di questo giudizio, non posso non ammettere che il periodo 76'-77', che vide la pubblicazione di due grandissimi album come A Trick Of The Tail e Wind & Wuthering, è stato uno dei più prolifici a livello musicale. Quindi vi volevo parlare di questo live bootleg, tratto dal tour del primo album citato. Probabilmente uno dei più belli, complici anche la scaletta da paura e il fantastico audio. Anch'esso doppio, certo, non regge il confronto con il mitico e leggendario Seconds Out, ma rimane comunque una prova importante di una formazione che resterà grande sino all'abbandono di Steve Hackett. Dopo ci sarà il crollo, ma di questo non ho assolutamente voglia di parlarne.
Come ho già anticipato, Peter Gabriel non c'è più. La formazione quindi vede uno spostamento di Phil Collins alla voce (anche se durante gli intermezzi strumentali tornava dietro la batteria, mettendo in mostra la sua grande dote di batterista che andrà quasi perduta negli anni ottanta), Tony Banks alle tastiere, Steve Hackett alla chitarra elettrica, Mike Rutherford al basso e alle chitarre ritmiche e il grande Bill Bruford, storico batterista degli Yes prima e del Re Cremisi poi, che eseguì per tutto il tour le parti alla batteria quando non potevano essere suonate da Phil, impegnato al microfono. Inoltre entrambi spesso davano origine a numerose dimostrazioni della loro maestria, rendendo il concerto un vero e proprio spettacolo avanguardistico e percussionistico.
CD 1
L'inizio è affidato ad un pezzo estratto dall'ultimo album, la roboante "Dance On A Volcano", portando subito i canoni a mille. L'esecuzione è impeccabile, questo pezzo diverrà uno dei cavalli di battaglia in questo tour e nel seguente. Alla fine del brano, COllins saluta il pubblico, che lo acclama calorosamente. Un attimo di silenzio, poi la tastiera continua a suonare un motivetto che incalza sempre di più: "The Lamb Lies Down On Broadway" ci mostra subito la grande intesa che hanno i 5... anche qui un'ottima esecuzione. Probabilmente il brano è adatto più alla voce forte di Gabriel, meno adatta è quella acuta di Phil, ma comunque non ho nulla da criticare particolarmente. Il pezzo in dissolvenza si riallaccia al tema dell'aggressiva "Fly On A Windshield", estratta sempre dall'agnello; infine un'intima e struggente interpretazione di "The Carpet Crawlers" chiude il medley riguardante l'epopea di Rael. Qui, però, abbiamo una grande interpretazione vocale da parte di Collins, che riesce ad addattarsi perfettamente al tono di voce usato in passato da Peter (a tratti la voce è davvero simile a quella dell'arcangelo, tanto da sembrare la sua). La tastiera di Banks svolge anch'essa una parte importante a riguardo, dà il giusto tocco per rendere questa versione originale. Non siamo neanche a metà del primo disco ed ecco subito il primo capolavoro, "The Cinema Show". Ricordando i vecchi fasti di Selling England, il brano viene eseguito magistralmente grazie sempre e soprattutto ad un Steve Hackett in grandissima forma. E' probabilmente uno dei picchi più alti del disco, anche se l'unico neo è il fatto che il flauto traverso (che veniva suonato da PG) e sostituito dalle tastiere. Il risultato? Una versione meno sognante, ma sicuramente più elettrica. La seconda parte (del tutto strumentale) da vita ad uno dei numerosi duetti tra Collins e Bruford, rendendo il brano un vero e proprio increscendo di colpi di bacchette e piatti, tra rullate e roba varia. Ad un certo punto vi è anche spazio ad un vero e proprio assolo di batteria, sulla stessa onda di "Moby Dick" e "The Mule". Come d'improvviso, l'atmosfera cambia e, con la chiusura del brano, un vortice ci riporta al presente con la bella "Robbery, Assault & Battery": non mi voglio dilungare molto, un'esecuzione buona ma non da manuale. Mike Rutherford introduce poi "White Mountain", unico brano estratto da Trespass. Avrei preferito di più qualcosa da Nursery Cryme (magari "The Musical Box", che in quest'album stranamente non compare) ma comunque non si può pretendere molto, parliamo sempre di un bootleg. Chiude il primo disco "Firth Or Fifth", in una versione molto simile a quella presente in "Seconds Out" (che sia stata estratta proprio da qui per aggiungerla al medesimo live ufficiale?). Il brano, conosciuto da tutti come uno dei più complessi della storia, perde molto proprio per la mancanza del difficilissimo intro di tastiera. Si dice che Banks non volle mai più eseguirlo dal vivo perché parecchie volte steccò; per evitare quindi di sbagliare ulteriormente, decise di abolirlo. Questa è la versione dei fatti che conosco, ma il tutto non mi è stato mai molto chiaro.
CD 2
Il secondo disco si apre con la voce di Steve Hackett, che saluta il pubblico e presenta gli altri componenti. Poi introduce una celestiale versione di "Entangled"(forse ancora migliore rispetto a quella in studio) che rapisce gli spettatori e lì porta in un mondo surrealistico: ottima intepretazione anche qui dei nostri. Una pausa: lo "Squonk", un piccolo essere che diventa lacrime quando viene catturato, compare sul palco. Per circa una decina di minuti si mette in mostra al pubblico, cosa alquanto anomala per un esserino pauroso che non ama assolutamente l'uomo; saltella di qua e di là, accompagnato dalla fedele batteria. Dopo una grande performance l'animaletto si congeda sulle note di Banks e torna nel mondo del Trucco della Coda, lì da dove è arrivato. Dopo questa divertente esperienza, i toni del disco si fanno più seri: Phil annuncia con voce solenne che "La Cena è Pronta". La grande suite di Foxtrot si staglia ai nostri piedi, in un increscendo di emozioni ed avventure... la continua lotta tra bene e male, la trasformazione di Narciso in un fiore, Pitagora che ci mostra la luna piena: tutto questo per giungere poi alle guardie di Magog che ci introducono una vortiginosa Apocalisse in 9/8, probabilmente il culmine compositivo del brano (se così vogliamo chiamarlo). Le parole non sono mai state tanto chiare: ci sarà una nuova era che ci porterà alla nuova Gerusalemme. Si passa poi ad una psichedelica "I Know What I Like (In Your Guardarobe)", in formato uguale a quella in studio, e "Los Endos", il riassunto di un disco così malinconico ma allo stesso tempo festoso che prende il nome di "A trick of the Tail". Infine vi è anche spazio ad una esplosiva "It" che diviene un tutt'uno con una strumentale e breve "Watcher Of The Skies" che conclude l'esibizione.
Il Live At Syria Mosque, svoltosi in una spensierata giornata di Aprile, ci fa capire che il gruppo sa anche fare a meno di Peter Gabriel, e probabilmente, per un certo senso, riesce a catturare molto più efficacemente l'attenzione del pubblico come band, e non come singolo membro come accadeva con l'arcangelo. Inoltre gli strumenti musicali sono più limpidi e marcati e non soffocati dal protagonismo di Peter. Da ascoltare assolutamente.
Carico i commenti... con calma