Passano cinque lunghi anni tra Invisible Touch e il disco successivo, è un tempo notevole per i Genesis che devono riscattare la loro credibilità artistica dopo gli '80 che li hanno visti alfieri di grande successo, con tutti i dischi al numero 1, ma di scarsa vena musicale.

We Can't Dance viene pubblicato il 21 Novembre 1991 su doppio vinile, il risultato degli anni di meditazione si ascolta subito fin dalle prime note di No Son Of Mine, il famoso "barrito" di Banks apre infatti una splendida canzone caratterizzata da una ritmica crescente fatta di colpi secchi di batteria in cui il canto di Collins domina con energia mentre racconta la triste storia del bambino protagonista, un ottimo avvio.
La traccia succesiva, Jesus he knows me, può sembrare banale nella sua struttura musicale, quasi un ritorno al triste passato, invece tutto è diverso più curato e in equilibrio nella sua ritmica sbarazzina. Il testo è una condanna dei santoni tv made in USA, strepitoso il video con Collins nella parte del predicatore e gli altri dei suoi collaboratori.
Driving The Last Spike è il pezzo più bello del disco, 10 minuti in cui i Genesis raccontano la storia degli operai che costruirono le ferrovie inglesi, anche se dura molto non ha niente a che fare con il vecchio Prog, è una divagazione sonora moderna e affascinante, una grande prova che evidenzia la ritrovata vena stilistica della band.
Canzoni abbastanza nella norma sono I can't dance, con lo straordinario effetto al synth di Tony, Never a Time e Living forever.
Notevoli le prove di Dreaming While You Sleep e Fading Lights, tipicamente collinsiana invece la detestabile Hold On MY Heart.
Da ricordare anche la splendida Tell Me Why, canzone pacifista e il suo video che mostra le atrocità di un secolo.

Alla fine il giudizio complessivo è ottimo, un bell'album il più bello dai tempi di Duke, un passo avanti di qualità notevole che ricorda quello tra From Genesis... e Trespass.

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