Con "Giant For A Day" (uscito nel 1978 sempre per la Chrysalis) siamo di fronte, senza dubbio, all'album dei Gentle Giant meno riuscito di tutta la meravigliosa discografia. Se già nel precedente "The Missing Piece" buona parte della proposta musicale del gruppo aveva assunto una forma pop delineata, con pezzi corti e dal motivo semplice e commerciale, pochi erano dubbi che il seguito avrebbe offerto una continuazione in tal senso. Intendiamoci, e pur sempre un album dei "Gentle Giant". Vale indicativamente il discorso fatto per "The Missing Piece", con l'aggiunta, che in "Giant For A Day" i brani marcatamente pop sono più numerosi e, se ascoltato scordando il repertorio esclusivamente progressivo della band, il disco appare sicuramente dignitoso e divertente.
E' un disco che spazia in lungo ed in largo. Ci sono brani rock, molto duri e decisi, brani leggeri e molto pop, alcuni saltelli funky e qualche fortunato spazio progressivo che rialza la testa del Gigante Gentile. Già, proprio la "testa del Gigante Gentile", che è raffigurata in copertina e che è ritagliabile (ci sono persino le indicazioni per farlo con precisione!). Questa scelta, che non è stata mai condivisa pienamente da tutti i membri del gruppo, ha scatenato le immediate proteste del pubblico, che ha contestato alla band di esser diventata troppo frivola e di aver scalfito un po' l'immagine intellettuale, che in tanti anni si era creata. A dire il vero, proprio Kerry Minnear in un'intervista dichiarò, qualche anno dopo, che fu solo un'idea in principio parsa buona, per avere una personale icona del gruppo e di fornire la possibilità ai fans di presenziare ai concerti con il grande viso del Gigante Gentile. Probabilmente sarebbe stato meglio allegare un gadget al disco, così da non rovinare completamente la copertina del LP. Curiosissimo che il disco in vinile, che non ha goduto di vendite numerose, è di difficile reperibilità in condizioni intatte. Significa che in qualche modo l'idea è stata comunque seguita dai fans ed è piaciuta.
Tornando ai contenuti del disco, anche con "Giant For A Day" la "Chrysalis" decide di accompagnare il LP con l'emissione di alcuni singoli sia negli USA che nel Regno Unito: i brani scelti come singolo sono "Thank You" e "Words From The Wise", accompagnati come retro da "Spooky Bolgie" e "No Stranger". Questa volta, il materiale dei singoli proviene tutto dall'album appena pubblicato. Analizzando subito i brani scelti per i 45 giri, "Words From The Wise" è un'ottimo pezzo d'apertura, con il bellissimo coro "a cappella", con tutti e cinque i membri al canto, che conduce la decisa base funky del pezzo. La voce di Derek, in questo brano (come in tutto il disco), è davvero notevole forse come mai negli ultimi Gentle Giant. Azzeccata la scelta come hit da classifica (a dire il vero di poco successo). "Thank You", che è l'altro singolo, è guidato dalle note di una semplice, piena ma sontuosa chitarra acustica, accompagnata con potenza dal basso di Ray Schulman. I cori, molto melodici e la convincente batteria di Weathers aumentano l'interesse di questo brano pop. Con un arrangiamento un tantino più accurato, "Thank You" sarebbe stata una traccia ben più interessante. "Giant For A Day" è un altro pezzo orecchiabile, dai contenuti spiritosi e pieno di effetti eco e dalla costruzione in crescendo, ricca di sottofondi strumentali ai limiti del minimalismo. Ottimi i tondeggianti riff al sintetizzatore, di Minnear e l'onnipresente chitarra elettrica di Green. "Spooky Bolgie" è un curioso strumentale. Dai tempi di "Talybont", dall'album "Free Hand" del 1975, i Gentle Giant non si cimentavano in tale misura. "Spooky Boogie" è un divertente pezzo ideale, ad esempio, in una festa di Halloween grazie all'inquietante, misteriosa ma fenomenale esecuzione all'organo di Minnear. Anche l'aggiunta delle Marimba suonate da John o da Kerry incorpora considerevole colore agli ottimi cori. Brano corto, ma davvero pregevole. Nel pezzo sono udibili le divertenti urla di Gary Green. "Take Me" è un semplice pop, dall'atmosfera dinamica e dalle complesse ed irresistibili parti vocali corali. In evidenza il basso di Ray Schulman.
Il lato B si apre con il grintoso rock di "Little Brown Bag" brano che rivela l'aggressiva voce di Derek e la vena interpretativa di Green e di Weathers. Non è comunque una pagina memorabile del disco. Diverso il discorso per "Friends" forse il brano migliore. Un brano delizioso, chiaro e semplice, in perfetto stile classico "Gentle Giant". Scritta e cantata per la prima volta dal batterista Weathers è dotata di un contenuto genuino che risalta il memorabile arpeggio di Green alla chitarra acustica. "No Stranger" è un brevissimo pezzo, molto orecchiabile. Atmosferico e minimalista, sarebbe stato davvero da incorniciare in versione più estesa e con un arrangiamento più scrupoloso. Da preferire assolutamente a "Take Me", il cui arrangiamento ha ricevuto molta più cura.
"It's Only Goodbye" contende a "Friends" la palma di miglior pezzo del disco. Nettamente diversa da quest'ultima, "It's Only Goodbye" è una ballata ampiamente sorretta dalle chitarre di Green, sia all'acustica che all'elettrica. La voce di Derek è perfetta e le isolate divagazioni al piano di Kerry Minnear sono azzeccate e pregevoli. Il disco si chiude con "Rock Climber" che, come "Little Brown Bag", è un duro rock vertiginoso che ovviamente pone in maggior risalto la straordinaria chitarra di Green ed il prezioso sound di Weathers alla batteria.
In definitiva "Giant For A Day" è un disco pop divertente e solare con composizioni estremamente semplificate ma con la solita classe e maestria di sempre. Sicuramente non tra i migliori della compagine inglese, sarebbe stato chiaramente di caratura superiore, se fosse stato accreditato di maggior cura negli arrangiamenti e nella produzione.
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