Nel 1974 vede la luce "The Power And The Glory". Fu registrato fra il dicembre del 1973 e il gennaio del 1974, anche se molti fan sono convinti che l’album fu registrato in una sola serata. E conoscendoli, i Gentle Giant, non me ne stupirei.Sulla scia di "In A Glass House", si può dire che sia un altro masterpiece.

Una copertina stupenda suggella il trionfante simposio di suoni che la puntina del giradischi sembra sprigionare. "Proclamation" è il capolavoro che apre l’album, con quel riff di organo stupendo e la grande voce di Derek Shulman, per non parlare dell’ottimo intermezzo quasi corale, dai toni catastrofici. "So Sincere" è forse la traccia più complicata dell’album, con cori complessi e l’uso di una dozzina di strumenti musicali, oltre al grande lavoro del superbo batterista John Pugwash Weathers. "Aspirations" è un bel lento, con una grande slide guitar di sottofondo, così come bello è il suono del piano elletrico e i passaggi progressivi fra una strofa e l’altra. "Playing The Game" ha un taglio nettamente diverso: ritmi più agitati e bellissime parti di organo nella variazione centrale del tema che creano magiche atmosfere. E poi quella genialata dello Shulberry, di cui ho già parlato nella recensione di "In A Glass House". "Cogs In Cogs" è uno dei brani più straordinari che la band abbia mai inciso, dove il complicato intreccio di ritmi forma il tappeto ideale per le circonvoluzioni vocali del grande Derek Shulman. Nel pezzo centrale addirittura un ritmo di 6/4 si intreccia con uno di 15/8. Le tastiere del mitico Kerry Minnear fanno i soliti miracoli, in particolare con l’harpsichord e con l’organo in seguito, anche se non è da sottovalutare la linea melodica seguita da Gary Green con la sua chitarra.

Di nuovo ritmi complessi e cantato potente in "The Face", dove il violino del bassista Ray Shulman scorre veloce e la fa da padrone per tutto il pezzo. Bello anche l’assolo di chitarra. E sempre la chitarra un po’ heavy apre "Valedictory", che altro non è che un’alter ego di "Proclamation", con la stessa linea vocale e lo stesso intermezzo, ma una veste melodica diversa. Bellissima. Fondamentalmente "The Power And The Glory" è un concept album che parla di come il potere influenzi e cambi le relazioni umane e quindi i comportamenti delle persone all’interno della società. In particolare viene presa in considerazione l’epopea di un personaggio politico che all’inizio dell’album, in "Proclamation", sta dalla parte della gente, “proclamando” : “It can change, it can stay the same”, per poi passare alla conclusiva Valedictory dove invece afferma: “Things must stay, there can be no change”, facendo quindi il suo interesse. L’ascesa al potere è sinonimo di degenerazione. Il potere e la gloria possono dunque generare anche il male, un male chiamato corruzione o disonestà.

Ai tempi, molti fan pensarono che i Gentle Giant volessero sottilmente additare allo scandalo Watergate, in cui il presidente Nixon fu implicato in quello stesso periodo, ma la band ha sempre negato qualsiasi riferimento. Infine, per chi avesse anche la versione rimasterizzata, c’è anche una canzone apparsa solo su singolo. E’ la title track, ed ha un taglio piuttosto commerciale, cosa abbastanza strana per un gruppo come i GG. Affermò ai tempi Ray Shulman:

La nostra casa discografica ci impose di essere più commerciali e di produrre qualche singolo. Fummo praticamene obbligati ad entrare in studio e scrivemmo tre canzoni atroci. La canzone che a noi parve essere la meno peggiore delle tre venne registrata e il tape consegnato alla casa discografica. La pubblicarono come singolo, noi sbraitammo e urlammo maledicendoli, e quelli per contro lo tolsero dal mercato. Quello fu il primo ed ultimo esperimento commerciale dei Gentle Giant.

Sinceramente a me piace tutto ciò che i Gentle Giant abbiano prodotto in quel periodo perché sono unici: anche in un pezzaccio da 2 minuti e rotti prodotto svogliatamente per accontentare l’odioso show business risente del loro inconfondibile tocco, con un pizzico di folk. Il fallimento del loro singolo fu un esempio di coerenza con le tematiche del loro ultimo concepì album, facendo rimanere intatta la casa di vetro costruita in precedenza e conquistando così, se non il potere, la vera gloria.

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