Tamerlano probabilmente lo conoscete meglio di me.

Un generale. Un condottiero. Di dove mica so bene, quelle parti dell'Asia, che solo a metterci il naso su un atlante ti perdi via (ma dov'è sto posto? Dove sta adesso? Sono buoni o cattivi?).

Uno di quelli anche tremendi, che ha sempre stravinto, schiacciato gli avversari. Anche uno che ha a che fare con gli scacchi, quella roba dello shatranj, quelle balle lì... Boh, di tutto ciò - devo confessare - mi è sempre importato pochissimo.


La prima sorpresa è che è una donna. Come una donna? Tamerlano? Quello là che vince le battaglie, che stermina i nemici, che distrugge le città? Sì, una donna. Madonna mia come è sessista l'opera... Non vorrei che - rivangando una recente polemica su Aida tinta di nero - qualcuno pensasse di cambiare sesso per poterlo cantare. O mettersi i baffi, oppure le tette finte, scatenando le giuste tragedie mediatiche (sarà mica un'opera LGBTQ+?). Di queste cose - vi devo confessare - mi è sempre importato poco.


In ogni caso, comunque sia, la vicenda è bella e intricata. E drammatica, pure. Tamerlano ha un prigioniero, il Re Belazaj o come si chiama. E insieme a lui la figlia Asteria, che non è prigioniera, ma accompagnatrice (boh, mica le so le tradizioni di quei popoli lì, tuo padre è prigioniero, te sei lì, diciamo che non ti puoi mettere la minigonna, però non stai nell'harem, ecco, stai sulle tue e non ti disturbano). Il re Belazaj, sconfitto, è incazzato nero. E non vede l'ora di fare a cazzotti. O a spade (curve forse, chi lo sa, ma fanno male uguale). Però poi sua figlia cosa fa? Beh, il simpatico Tamerlano, per quanto femmina, è innamorato di questa Asteria. E che invece lui (o lei) il Tamerlano (neutro, tiè! Sono una donna e interpreto Tamerlano!) abbia una promessa sposa, Irene (italiana? Boh) di lui innamorata. E che, per rendere più semplici le cose, c'è pure Andronico, generale di Tamerlano, amato da Asteria, corrisposta. Insomma, i tipici casini da opera. Vi risparmio il resto e passo allo spoiler. Il Belazaj muore, la Asteria cerca di ammazzare Tamerlano ma non ci riesce, alla fine però Tamerlano scopre (gli sottopongono un famoso test psicologico e capisce che preferisce la salsiccia alla patata) per cui fa sì che Asteria sposi Andronico e lui si ripiglia Irene, che sarà anche femmina ma ha il nome che non finisce con la A, quindi fluida. Tutti abbastanza contenti (meno il Belazaj, direte se siete attenti, ma vabbé).


L'opera: dunque, la roba è semplice. Ci sono dei pezzi di recitativo. Proprio recitati. Poi ogni tre quattro frasi recitate parte l'aria.

L'aria è sempre così: sono due strofe. Facciamo conto: Ah! Mi piace la patata, la patata è buona, la patata è gustosa (prima strofa). La ripeto tre volte. Poi passo alla seconda strofa. Allora, da oggi vorrò solo patate, di patate io vivrò, di patata io morrò. Tre volte anche lei (per non fare torto a nessuno).

Poi - sorpresa (almeno le prime quindici volte ti sorprendi) - riparto dalla prima strofa e la faccio tutta insieme. Ah! Mi piace la patata fino a di patata io morrò.

Poi la rifaccio ancora una volta, giusto per fissare le idee. E via di quattro frasi di recitativo, fino alla prossima aria. Bello. Vario, soprattutto. E interessante.


Ecco, c'è solo una cosa da aggiungere.

Che tutto ciò, tutte queste arie così varie nel loro svolgimento, così interessanti a parlarci dei turbamenti d'amore di un sovrano di non si sa dove, e di cui me ne frega niente, che pure poi è una donna, che mica si capisce perché, e tutti questi recitativi, che pure loro come struttura sono una varietà che vi raccomando, tutto ciò, tutta quest'opera, tutte queste tre ore e passa di carrozzone, sono fatte su una musica di una bellezza che non si può dire.


Proprio non c'è modo. Ora, non vorrei tornare sulla mia solita roba, che sostengo che Handel era mooooolto ma moooolto meglio di Mozart. Solo che il secondo aveva un agente migliore...
No, lasciamo perdere. Parliamo del fatto che oggi mi presento in ufficio cantando son contento di morir. E mi guardano strano. O che quest'aria, che pure dice cose terribili, io pensavo parlasse del Natale, ma fa niente.

https://www.youtube.com/watch?v=4xdaQpOl0GU&ab_channel=MsVertebra


Insomma, come dire, io sono ancora nella fase in cui ascolto, e non so tanto bene cosa dicano, ma certo dicono cose di una bellezza enorme. E mi guardo in giro, inizio a riconoscere le cose, e quelle cose sono bellissime. E ovviamente non ascolto altro.


Così - magari - la recensione su Tamerlano, di Handel, che la scrisse in 20 giorni, ve la scrivo prossimamente, quando la so per bene.

Per ora volevo solo dirvi che sono qua. E che questa roba è meravigliosa.


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