Per esorcizzare una delusione bisogna sfogarsi. Premessa per gettare subito la maschera: Survival Of The Dead (2009) non è solo, e di gran lunga, il peggior film di George A. Romero, è uno dei film horror più terrificanti degli ultimi anni. "Terrificante", leggasi "inguardabile". Sembra che il maestro dell'horror (ex?) sia stato costretto girare in tre giorni un lungometraggio basato su una sceneggiatura partorita in venti minuti. Storia e sviluppi vari tristemente accreditati a Romero stesso, quindi senza l'attenuante "Gli hanno rovinato l'idea...".
La trama, curiosamente, sembra appartenere più ad un western che ad un film di morti camminanti: una ridente isola contesa da due famiglie rivali sullo sfondo della classica piaga zombesca. Uno dei due capi famiglia vuole annientare i morti viventi senza scrupoli, l'altro vuole educarli a non nutrirsi di umani (insomma, un'idea riciclata da quel Day Of The Dead di venticinque anni prima, e adesso ad un'utopica ricerca scientifica si sostituisce il fanatismo religioso). L'intreccio di base è, ad essere clementi, traballante.
Non c'è alcun momento di tensione o di spavento, ed i pochi spunti ironici girano a vuoto, rendendo i protagonisti bidimensionali e vagamente antipatici. Anche l'aspetto tecnico è da dimenticare, ma nonostante ciò parliamone per puro sadismo: la fotografia è degna di un film tv finanziato RAI, gli effetti speciali non sono neanche all'altezza dei due film precedenti, e spero vivamente che dei trucchi non si sia ancora occupato il grande Tom Savini altrimenti sarebbero chiari segni di rincoglionimento causa vecchiaia.
Situazioni improbabili in territori da ridicolo involontario, personaggi che si sparano addosso e dopo due minuti ci scherzano sopra, zombi a cavallo (!), scene splatter gommose.
Pare proprio che la saga romeriana sia in caduta libera da una decina di anni, con scarse probabilità di riscatto: Land Of The Dead era un buon film, seppur non all'altezza degli esordi; Diary Of The Dead un primo passo falso, insipido e zoppicante ma salvabile; questo Survival Of The Dead, totalmente storpio. E' proprio tutto da buttare? Si. Mentirei a me stesso se volessi cercare qualcosa di riuscito in questi 82'.
PS: siamo d'accordo, nelle mie parole traspare la delusione del fan ferito. Ma non mi si venga a dire che le scene "efferate" non sono risapute, che il presunto attacco al fanatismo religioso non è semplicistico ed irrilevante, che la volontà di contaminare il genere non è in questo caso una totale mancanza di idee, che il protagonista non è meno caratterizzato di un Action Man (per chi se lo ricorda).
PPS: bisogna riconoscere comunque il coraggio di regista e produttori, il film è stato presentato al Festival di Venezia.
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