Delusione.

Ecco cosa ho provato dopo aver visto questo "Franklyn" uscito nel 2008 e primo film del giovane Gerald McMorrow. Ero stato incuriosito dal trailer e dalle varie opinioni sentite in giro che lo definivano come un ottimo film. E' anche vero che ogni persona giudica soggettivamente un film, ma questo Franklyn non mi è piaciuto... Almeno in parte.

Ambientato nella Londra contemporanea e in una location futuristica chiamata Città di Mezzo, quattro persone si troveranno a dover affrontare il loro destino. Jonathan Preest è un vigilante ateo in un mondo dove sembra impossibile non avere una propria religione (questo accade nella Città di mezzo). Quest'uomo è alla ricerca del capo di una setta che viene chiamato "L' Individuo". Peter (un ottimo Bernard Hill) è impegnato nel tentativo di rintracciare suo figlio scomparso da diverso tempo. Emilia è invece una studentessa che per realizzare i suoi lavori usa il suicidio "filmandolo in diretta" e Milo un ragazzo che tenta di ritrovare il suo primo ed infantile amore.

Il film è caratterizzato da un ritmo lento, a tratti lentissimo. I fatti si evolveranno poco alla volta e ci verranno propinati senza alcuna emozione o motivo di suspense. In modo lento ma inesorabile verremo a conoscenza delle varie implicazioni delle vicende che non collegate tra loro daranno soltanto ulteriore pesantezza ad un film gia di per se molto lento. Non vi sarà motivo di entusiasmo in questa pellicola. Se l' idea di base di una storia religiosa sviluppata in una città futuristica poteva essere originale, tutto si evolverà in qualcosa di sconclusionato e confuso. Il procedere lento è da far invidia a Elephant di Van Sant con la sostanziale differenza che quello rimane un grande film, mentre questo Franklyn è banale e privo di qualsiasi momento di interesse. Tutta la vicenda verrà tirata molto per le lunghe per giungere infine alla scena finale dove tutti i protagonisti si ritroveranno accomunati: non vi aspettate cambiamenti. Quella che dovrebbe essere la scena più avvincente diventerà invece priva di tensione a causa della  sua lunghezza, facendola diventare un'appendice inutile e poco incline a essere vista dopo gli innumerevoli sbadigli già manifestatisi...

Quello che trovo apprezzabile è invece la fotografia: grigia, cupa e deprimente ma ricercata in ogni minimo particolare, uno nota degna in un film banale e poco convincente. Questa fotografia verrà spezzata in alcuni momenti da improvvisi sprazzi di colore, come la chioma rossa della prima fiamma di Milo...

Un film quindi dal ritmo lento, con una storia portata avanti in modo inutile e noioso. Se ci aggiungete la non grande prova degli attori capirete il perchè del mio voto. L'unica nota positiva come gia detto è quell' atmosfera triste ed onirica che si respira per tutta la durata della pellicola.

Carico i commenti...  con calma