E' nel gustare certi dettagli che, spesso, si percepisce la sensazione di magnificenza di certe opere.

E' osservando, ad esempio, la grazie e la delicatezza di questo tocco vellutato della mano di Plutone, re degli inferi sulla coscia di Proserpina, figlia di Giove, che invano cerca di sottrarsi al suo rapimento, che ci si rende conto della grandezza e dell'enorme sensibilità di Gian Lorenzo Bernini, autore della famosa scultura barocca titolata "Il Ratto di Proserpina" (1620-1621) esposta alla Galleria Borghese a Roma.

E' grazie infatti al sapiente gioco di luci e ombre di questa inquadratura che avvertiamo il sapiente uso degli spazi, il senso di profondità della pressione data dalla mano e l'armoniosa delicatezza di alcune parti del corpo umano che sembrano vivere e pulsare di vita propria. Sembra di osservare uno stop-frame di una scena di un film, congelata in "un'istante interminabile e sublime" che ci restituisce, in ogni singolo dettaglio e in ogni posizione nello spazio occupata dai corpi così articolati, una sensazione divinitoria di estasi fuori dal tempo.

I due corpi muti, qui "raccontano", ci parlano e i singoli dettagli (come questa presa marmorea, forte e morbida al tempo stesso, che fa già intuire il carattere e la personalità del "malvagio" Dio dell'Ade dall'animo duro ma gentile verso il gentil sesso) sono i testimoni di questa storia drammatica senza parole, scavata dal marmo che non ci finisce mai di sorprendere (vedi altre inquadrature qui, qui e qui). Sempre per chi ha la pazienza e la sensibilità di "farsi attraversare" da quest'onda emotiva intensa e palpabile che si avverte quando ci si trova "magicamente" di fronte a opere immortali e pulsanti vitalità come questa. 

Andatela a vedere con i propri occhi. Per me ne vale davvero la pena.

Piazzale del Museo Borghese, 5 - Roma - Tel. 06 8413979 - 06 32810

Prenotazione del biglietto obbligatoria al sito www.ticketeria.it

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