"Dimmi come insulti e ti dirò chi sei" T.P.

Mai come in questi ultimi giorni, vedo rifiorare raffiche di insulti più o meno coloriti e fantasiosi, nella vita reale e (perchè no) anche nella rete. Incredibile, no?

Spesso ci capita il sorpasso fastidioso di un incauto motorino spericolato, un commesso particolarmente scortese o un impiegato delle poste scorbutico e poco gentile nel servirci. In quel caso, capita di trovarsi a recitare automaticamente, come dei mantra, ingiurie e insulti per lo più datati e spesso banali, frasi trite e sedimentate nel nostro cervello che ha assorbito parolacce e insulti di ogni sorta fin dall'infanzia. Diciamolo: anche nell'insultare, siamo poco attenti alla forma e allo stile scadendo facilmente nella volgarità gratuita e assai poco divertente o intelligente. Ci accontentiamo della prima parola che passa la nostra mente in escandescienza e poco più, dimenticandoci di mettere "del nostro" o personalizzare l'epiteto.

Per ovviare a questo fastidioso handycapp, ci pensa questo "Dizionario degli Insulti" (Ediz. Orsa Maggiore 1991) ad opera di Gianfranco Lotti, che meticolosamente si è andato a ricercare l'origine semantica e storica di certe offese che comunemente usiamo: dal vaffanculo tradizionale al figlio di puttana, che avremmo usato tutti almeno una volta nella nostra vita. La ricerca è scrupolosa e complessa e prende in considerazione (dalla A alla Z) anche detti o parole tratte da opere o libri storici, come l'Eneide o i Promessi Sposi. Espressioni ormai scomparse, che pronunciate oggi farebbero solo sorridere.

Il dizionario poi, è carente di un sacco di parole venute alla ribalta in questi ultimi anni (da DeBaseriota a VaffanClooney passando per MoSonMarrazzituoi) e che rendono l'opera un ibrido incompleto rivolto più ai dotti ricercatori dell' Antica Ars Oratoria che a persona che necessitano davvero di una rapida guida da consultare in casi di urgente necessità. Come le guide o i dizionarietti quando si viaggia all'estero.

Insomma, se per certi aspetti talune storielle legate a singole espressioni (Malimortaccitua tipica di Roma ha una genesi davvero curiosa) possono avere un sapore folkloristico anche simpatico, altre si perdono in ricerche sterili e di ben poca rilevanza che tendono all'ossessivo e al noioso.

Questo comunque sarà sempre i classico dizionario sempre "vecchio" in quanto gli insulti si rinnovano di giorno in giorno e nessuno potrà mai mettere la parola FINE a un'Arte (?) dibattuta e controversa in continua evoluzione che vede gli italiani primeggiare nel mondo.

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