Immaginate qualcosa inversamente proporzionale alla solida base morale e ai valori che vi hanno instaurato durante la vostra esistenza.
Un mondo misantropicamente cupo, reietto, in cui fate estremo fondamento della vostra fede in un’accidia infernale e inamovibile.
Tutto ciò che davvero non vi azzardereste mai di prospettivare; voi, che sentite un continuo bisogno di adattamento nella rocambolesca società attuale, che pure vi priva di voi stessi per farvi sentire in agio, che pure vi delega limiti e imposizioni (oggigiorno troppo timorosi di non accondiscere).
Come una pioggia di sterco su un paesaggio caraibico, un fellatio sull’altare durante un battesimo, si erge dirompente la figura del Marziano: unico vero cultore di un incipit controcorrente alla vita, una vita che ha assunto i connotati di un progresso irrefrenabile di cui siamo vittime, e; nel contesto musicale del Faraone, bersaglio di un vituperio e una blasfemia alchimizzate a un senso di disgusto difficilmente digeribile.
In questo la musica di janfranco si identifica come qualcosa davvero di nicchia, per chi è aperto a uno spunto tragicomico della realtà salernitana, carpendo in quelle progressioni disfoniche la summa di tutto l’odio viscerale di cui è ricolma una povera anima disillusa che fa del proprio imperativo di vita una truculenta rassegna farsesca di tutti gli status symbol possibili e immaginabili che ci impegnamo, noi ometti di mmerda, a rincorrere…
Sfastriato di prima categoria, tanto che non ha mai inciso niente in 20 anni di carriera, ha messo tutto il suo materiale online ascoltabile e consultabile gratuitamente; il Nostro scrive anche libri e una volta l’anno è mirabile in una serata mix cabaret-music… il massimo per sclerare contro tutto e tutti.
Massima abnegazione di tutto, senza freni.
p.s. l’album “Terra Terra” di riferimento è appostato perché lo considero musicalmente il più curato, non c’è nulla da parafrasare, il resto lo giudicate voi…
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