Nel luogo in cui abito, la Val Seriana in provincia di Bergamo, è nato anche un grandissimo jazzista dei nosri tempi: Gianluigi Trovesi. Ma non solo. La valle è piena di bande musicali che annoverano giovani musicisti anche professionisti. La banda nei nostri paesi è un luogo dove anche i giovanissimi amano trovarsi con gli amici e suonare insieme per animare ed arricchire sagre, feste e processioni. Quasi ogni paese ne ha una, e in una di queste Trovesi ha mosso i suoi primi passi musicali da giovane. E' per questo che a decenni di distanza il musicista ha deciso di rendere omaggio alla nostra tradizione bandistica eseguendo una serie di concerti e succesivamente incidendo un album con la Filarmonica Mousiké, un'orchestra fiati composta dai migliori musicisti di molte delle nostre bande.

L'idea alla base del progetto è stata quella di ripercorrere la storia dell'opera lirica italiana dalle origini al '900 in una serie di quadri che mescolano musica classica ad arrangiamenti jazz. Si parte con l'"Orfeo" di Monteverdi, la cui famosa toccata viene dapprima esposta e poi liberamente rivisitata. Si prosegue cronologicamente con altri brani di Monteverdi e Pergolesi, con la "Traviata" di Verdi, da cui il richiamo alla Violetta del titolo, e poi ancora con la "Cavalleria Rusticana" fino ad arrivare ad un omaggio finale a Puccini. Il tutto sempre stravolto, rivisitato, smontato, ricostruito ed inframezzato da composizioni originali ispirate all'opera composte dallo stesso Trovesi e da alcuni altri musicisti jazz. Il percorso è diviso in sei quadri racchiusi tra un prologo ed un epilogo, e all'interno di ogni quadro i brani sfociano l'uno dentro l'altro, senza pause.

Oltre alla Filarmonica Mousiké hanno suonato nel disco il batterista Stefano Bertoli e il violoncellista Marco Remondini, che "sporca" la nota "Largo al factotum" distorcendo elettronicamente il suono del violoncello come se fosse una chitarra elettrica (e qui i puristi potrebbero storcere un po' il naso).

Il disco, edito da ECM, è uno di quei lavori preziosi che nascono dalla collaborazione di più menti e di più musicisti di cui quasi solo il jazz è capace e costituisce una sintesi di quei concerti chiamati "Trovesi all'Opera" che ancora potete trovare in giro se siete fortunati. Tutta la critica mondiale lo ha accolto molto positivamente.

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