"Il mio gallo ormai non mi sveglia più
è molto vecchio e poi non distingue se
è giorno, sera o notte.
Io, per me, mi accontenterei di un grido,
una voce, di uno sputo di saluto
ma lui dorme
e anche se non dorme non sa
se è giorno o notte..."


Da qualche parte in questo globo terracqueo esiste una corrente che ognuno di noi avrà sentito nominare almeno una o due volte nella vita: il cosiddetto post-cantautorato. Un fenomeno difficile da descrivere, specie per uno come me. Così come è difficile trovare artisti che possano rientrare in quella categoria, visto che sprazzi di questo stile riesco a trovarli in ogni tipo di musica nostrana da non sottovalutare. Sia essa indie, lo-fi o cantautoriale.

Ma ce n'è uno che sicuramente appartiene a tale categoria, specialmente considerando che i nostri discografici sono stati delle vere e proprie lumache quando finalmente l'hanno scoperto. Si chiama Gianmaria Testa, cantante e capostazione allo stesso tempo, proveniente da Cuneo (la patria dei Marlene Kuntz colpisce ancora).

Inizialmente strumentista rock, riesce a trovare una sua dimensione nel corso degli anni '90. E' la Francia a notarlo subito, nel 1995, con l'uscita sotto la Label Bleu del suo primo capolavoro, "Montgolfières" (di cui possiedo gelosamente la prima stampa, quella con il primo piano della mongolfiera stessa), lavoro che consiglio a tutti di reperire in ogni modo, perché non è possibile non rimanere colpiti da "Le Traiettorie Delle Mongolfiere" o da "Come Le Onde Del Mare", per non parlare di "Maria"...

Per "Extra-Muros" bisognerà aspettare un anno. 1996, stesso momento in cui viene inaugurata la nascita dell'etichetta sotto la quale esce il disco, la Tôt ou Tard.

La copertina della prima edizione, anch'essa francese (anche questa in mano mia, rarissima!) è molto simpatica e raffigura una bambina su un marciapiede vicino ad un'automobile.

Le sonorità ripercorrono quel che già proponeva il disco precedente, ossia suoni in bilico tra il jazz, il folk e la canzone d'autore. Il risultato anche stavolta è delizioso. Non meno importanti anche i testi, come delle storie di vissuto che penso siano capitate a tutti noi. Modi alternativi di affrontare un tema "facile" come l'amore ("Come Un'America", "Per Accompagnarti", "Via Da Quest'Avventura", la titletrack), un prologo di quei viaggi che affronterà lo stesso Gianmaria più avanti ("Il Viaggio", "Un Po' Di Là Dal Mare", "Un'Altra Città", quest'ultima scritta con il chitarrista Claudio Dadone), descrizioni di personaggi particolari ("Cavalli Di Frisia", "Joking Lady", "Il Mio Gallo", di cui queste ultime hanno una qualche tendenza allo swing, grazie ad un David Lewis e ad un Jon Handelsman, rispettivamente tromba e sassofono, in stato di grazia), che non sono meno importanti della donna del bar, di Maria, delle donne nelle stazioni di cui parlava un anno fa, e persino un pezzo in dialetto ("La Ca Sla Colin-a").

Sorpresa. Alla fine, Testa sembra impazzire, cade in uno stato di allucinazione, di meditazione, udibile mente si ascolta la conclusiva "Canto", che potremmo definire una sorta di immersione dentro quei pensieri che ognuno di noi ha dentro, quel desiderio, che difficilmente si avvererà, di sapere "da che segrete stanze scaturisca il canto e da quali lontananze, paure, rabbia, tenerezza o rimpianto, e da che nostalgia prenda voce e parta questa lunga scia che ancora adesso ed imprevedibilmente ci porta via". La sua voce, in bilico tra la leggiadria di Conte e l'impegno di Fossati, colpisce, e a volte fa anche sorridere.

"Extra-Muros", così come "Montgolfières" e poco più avanti "Lampo", verrà ristampato (alla buon'ora, aggiungerei...) dopo il boom, qui in Italia, di "Il Valzer Di Un Giorno", ma con una copertina diversa (un panorama del mare in movimento) e secondo me non all'altezza della precedente, pur essendo comunque buona.

Magari mi chiederete (e qui aspetto l'opinione di un Primiballi a caso) "come fai tu a 18 anni a conoscere Testa?". Beh, tutto è iniziato mentre frugavo tra i 7 e i 10 anni tra i cd di mio padre, che a sua volta mi registrava su audiocassetta (che tempi...). In mezzo a Pino Daniele, Robert Wyatt, Lucio Battisti, i Beatles, Ivano Fossati, Almamegretta ed Ustmamò c'era anche codesto cuneese tra le mie audiocassette.

Da quel giorno non posso smettere di ringraziare papà per avermi fatto questo favore.

Fate altrettanto. Anche se probabilmente continueremo ad essere sempre la solita nicchia.

Ma si sa, siamo in Italia...e non è facile emergere da certi abissi.

Carico i commenti...  con calma