Quello di Gianni Maroccolo è un nome che non necessita di presentazioni. Autentico Re Mida del rock indipendente degli ultimi trent'anni, ha prestato le sue doti di bassista, arrangiatore e produttore a decine di progetti ma, tanto per far capire a quei quattro che non lo hanno mai sentito nominare di cosa stiamo parlando, basta citarne tre: Litfiba, CCCP-Fedeli alla Linea e CSI. Tanto per gradire. Al momento il suo "VDB23/Nulla è Andato Perso", scritto a quattro mani con il compianto Claudio Rocchi e finanziato tramite crowdfunding, sta girando nello stereo di molti di noi, mentre nel frattempo il buon Gianni è impegnato in mille date con Litfiba, ex CSI ed i redivivi Beau Geste, protagonisti una rivisitazione del mitico "Eneide di Krypton". Il concerto al Carroponte di Sesto San Giovanni in compagnia di Massimo Zamboni e soci è stato l'occasione per una lunghissima chiacchierata, per la quale ringrazio enormemente Gianni e chi l'ha resa possibile. E mentre si apparecchiava a tavola e Marok preparava il suo basso si è parlato di tutto, dall'autoproduzione ad "Eneide", da vecchie demo dei Litfiba al rapporto con Federico Fiumani. Buona lettura a voi!

RR: Durante la tua carriera ti sei dedicato molto alla produzione, con progetti come il Consorzio Produttori Indipendenti e AlKemi. Tu a fine degli anni Ottanta abbandonasti i Litfiba perché in disaccordo con tutta una serie di decisioni prese ai tempi dal vostro produttore-manager, Alberto Pirelli. Mi chiedevo come un rapporto così negativo possa aver influito sulla tua carriera di produttore e se può averti aiutato a capire cosa un gruppo possa aspettarsi da una figura come la tua, soprattutto se si tratta di musicisti senza grossa esperienza alle spalle..

GM: C'è una piccola imprecisione. Non è che non mi trovassi più con le scelte del gruppo, sinceramente.. c'era una serie di aspetti con cui io e Pirelli eravamo in disaccordo, soprattutto dopo l'esperienza di "17 Re": mi sarebbe piaciuto affrontare un disco, quello che sarebbe poi divenuto "Litfiba 3", con un produttore diverso da Alberto.. poi sotto il profilo del management e di una casa discografica indipendente non credo che in fondo ci si potesse lamentare, anzi credo i Litfiba debbano molto ad Alberto.. C'erano divergenze sulla maniera in cui approcciare i dischi in studio, il suono, gli arrangiamenti.. quindi fu quello. Per il resto la figura del produttore artistico, perché c'è la figura del produttore artistico ed il produttore a tutto tondo, è un'arma a doppio taglio, è un'opportunità di crescita e di confronto con chiunque.. Circa dieci-dodici anni fa con la decisione di mettere insieme i PGR, dopo lo scioglimento dei CSI, tra i fattori ci fu anche la possibilità di trovare un produttore artistico che ci producesse, nonostante io e Giorgio Canali fossimo già produttori e arrangiatori. Sono momenti di confronti che possono avvenire con altri artisti e che possono darti la possibilità di confrontarti e di scambiarti idee ed esperienze, di crescere, di scambiarsi energie sia musicali che... col senno di poi mi sono reso conto che la figura del produttore non è in grado di rovinare una carriera.. un disco è un disco, se non va si va oltre ed è stata comunque un'esperienza.

RR: Al giorno d'oggi una casa discografica sembra non avere più il peso che poteva avere venti o trent'anni fa. Partendo dalla tua esperienza con l'album "VDB23" e con il crowdfunding pensi che un'esperienza di questo tipo, e quindi il collaborare con dei co-produttori, ovvero dei fan che di fatto ti producono il disco, possa essere il futuro per un certo tipo di musica o che sia destinato a restare legato a quei pochi che, già avendo una storia alle spalle, hanno già un certo numero di persone disposte ad investire su di loro? 

GM: Le case discografiche, l'industria discografica, nel senso di major, come le conoscevamo noi tanti anni fa.. beh, quello è finito, si sopravvive, è un'agonia che dura da tantissimi anni. L'esperienza del crowdfunding è ovvio che un po' più agevolata per chi è un po' più conosciuto e ha già fatto qualcosa, ma non è da sottovalutarsi affatto se si è agli inizi o si vuol produrre o autoprodurre un primo progetto. Si sta un po' tornando ai vecchi tempi, dove avere qualcosa di registrato, un disco, un ep o comunque qualcosa del genere, più che essere il momento in cui andare in radio, avere giornali che parlano di te o provare a vendere delle copie ora serve più che altro per tentare di mettere in moto i meccanismi di un live e quindi riuscire a suonare e farsi conoscere...

RR: Avere la "scusa" per fare dei concerti..

GM: Esatto, praticamente l'opposto di quanto si faceva prima, con i concerti che arrivavano (non è mai valso per i Litfiba o per i CSI) dopo l'usciti di un disco a promuovere il disco, ora attraverso un disco si cerca di farsi conoscere per entrare in un giro di concerti. Il crowdfunding non è la panacea di tutti i mali, è un'alternativa ed è un'alternativa che può funzionare, e che funziona, così come ne funzionano altre, la coproduzione o la collaborazione con certe etichette indipendenti strutturate come la Factory o La Tempesta, ci sono vari modi di produrre la musica e di produrre la propria musica...

RR: Per quanto riguarda "VDB23" in un primo momento era nato come un progetto più ampio poi in seguito alla scomparsa di Claudio  è stato ridotto per il momento ad un solo cd. Ci sono brani che sono stati esclusi, penso al famoso "brano multi-basso".. mi chiedevo se stai già pensando a come lavorare a quei brani e pubblicarli in futuro..

GM: C'è innanzitutto l'idea di ristampare quello che è stato "VDB23", che tutti i raiser conoscono, in un'edizione normale, più standard, per i negozi di dischi, proprio per permettere agli appassionati di Claudio di.. non voglio far retorica, lucrare o piagnucolare sulla memoria di Claudio, ma è un disco in cui lui ha partecipato attivamente alla parte creativa, ha scritto testi, ha scritto alcune pagine del libro assieme a me, merita quindi una diffusione più ampia. Gli altri pezzi, compresa la suite multi-basso, vediamo se riesco a quadrare il cerchio, a chiudere, li possiamo mettere online, disponibili a tutti.. ovviamente la ristampa sarà con quei pezzi lì, non è giusto che ci siano altre canzoni, non sarebbe giusto nei confronti dei raisers...

RR: Hai parlato della possibilità di portare questo disco in tour per fine anno, una sorta di one man show.. stai già pensando a qualcosa in proposito? 

GM: No, credo che l'unico modo per partire, rompere le acque sarebbe.. non so come definire la cosa, è che più ci penso, più le paure crescono, io non sono mai stato da solo su un palco. Poi anche trovare un'accoppiata con una voce che in un qualche modo si sostituisca a quella lì...è l'unico modo, io mi sento in dovere di farlo quindi devo farlo, anche nei confronti di Claudio anche perché è una cosa che devo superare il non essere mai stato su un palco da solo, il non avere mai provato, per cui le idee ci sono, ce ne sono tante, credo che tutto si andrà a manifestare quando, ad esempio, mi dicono "il 18 dicembre c'è il primo concerto" e quindi, come sempre capita, mi dovrò all'ultimo momento inventare qualcosa...

RR: In questo periodo sei impegnato anche con i Beau Geste e la nuova versione di "Eneide". Tempo fa dicesti in un'intervista che trovavi problematico lavorare ad una colonna sonora se ti si davano indicazioni molto precise su cosa fare, su cosa scrivere. Mi chiedevo quindi come avevi lavorato ai tempi del primo "Eneide" e come oggi, a trent'anni di distanza, con la Compagnia Krypton.

GM: Come dire.. quel fastidio lì lo sento più quando ho avuto la possibilità di fare colonne sonore per i film... nel teatro si usa, come si dovrebbe anche nel cinema, lavorare sulle sceneggiature, sui dialoghi, guardando le ambientazioni, cercando di capire il film dove va a parare o spettacolo teatrale dove va a parare.. non amo molto il modo che c'è in Italia da parte di alcune registi di mettere delle musiche sotto le immagini e poi di chiedere agli artisti "una musica più o meno così".. credo che, almeno in un paese come l'Italia, si debba essere più famoso per ottenere...

RR: Quella libertà a livello compositivo....

GM: Si, ma che alla fine non è nemmeno libertà.. è che così alla fine si perde la possibilità di avere un confronto creativo tra regista e compositore, tutto lì.. è un limite che si autoimpone il cinema, probabilmente per fare prima, non lo so... "Eneide" invece è nata da un'idea di Giancarlo Cauteruccio.. ci ha spiegato, almeno vagamente, dove voleva andare a parare lo spettacolo, ci ha fatto vedere qualche disegno, qualche quadro, ci disse che aveva intenzione di dividerlo nelle cinque-sei parti fondamentali, quindi il racconto di Enea, l'approdo sulle coste della Libia ecc.. e sulle base di queste suggestioni abbiamo lavorato e creato lo spettacolo insieme, che alla fine è cresciuto giorno dopo giorno. La riproposizione è solamente un pochino rovesciata, perché la versione che stiamo portando in giro in questi mesi prevede anche il testo, perché Giancarlo è anche la voce narrante dello spettacolo e c'è un leggero riarrangiamento delle parti musicali.. si è lavorato tenendo salda la composizione originale.

RR: Nel 1984 ci fu una breve collaborazione con Adriano Primadei, parliamo quindi degli esordi dei Litfiba, che suonò il violino durante alcune date del tour di "Yassassin". Mi pare di capire che, per un certo periodo, voi foste a tutti gli effetti un sestetto, c'era quindi stato un suo ingresso a livello definitivo nel gruppo? 

GM: No, i Litfiba come gruppo, almeno per quanto riguarda il periodo che ho condiviso con loro, sono sempre stati cinque elementi, sia musicalmente pensanti che per quanto riguarda la società. Diciamo che in vari momenti della nostra carriera ci siamo confrontati con altri artisti per ampliare i nostri orizzonti. Non eravamo un gruppo chiuso all'epoca per fortuna, eravamo abbastanza aperti, oltre che per le collaborazioni anche per progetti strani, performance e remix strani. Il progetto di "Yassassin" stesso, oltre che "Eneide", ne era testimone, non si era solo musica, canzone e progetto. Quella con Adriano Primadei è stata una collaborazione: lui è uno strumentista, non è che suonasse solo il violino, e in quegli anni piaceva a molti. Poi successivamente ci sono stati "Desaparecido" e "17 Re" con Francesco Magnelli, non si è mai stati troppo chiusi..

RR: Molti dei brani che componeste negli anni Ottanta sono rimasti inediti e oggi circolano come demo in mp3. Da fan, visto che di recente c'è stata la ristampa del 45 giri di "Luna/La Preda", avete mai pensato di riproporre in veste ufficiale quel materiale? Non so poi chi abbia i diritti su quei brani...

GM: So che può apparire è strano visto che poi a breve suoneremo a Torino con Ghigo e Piero ma.. spesso mi domandano su facebook, mi scrivono, ponendo queste domande in generale: io non sono più, né a livello artistico, né a livello societario, membro dei Litfiba dal 1990, quindi è ovvio che, su quei brani, nessuno può fare niente senza l'accordo di tutti quanti. Francamente io, dal '90 in poi, non ho mai pensato a tutto il lato legato al business, ai contratti, alle liberatorie ecc. Io chiusa quell'esperienza sono andato altrove e l'ho fatto nel bene e nel male, senza pensare di stare ad infognarmi in cose di questo tipo. Credo che di tutto abbiano voglia Ghigo e Piero tranne che di ristampare quel materiale: anche se io e Antonio glielo chiedessimo, credo che direbbero di no. Personalmente l'ho sempre pensata così: tutto il materiale non ufficiale dei Litfiba, quindi non di proprietà di case discografiche ed editori, relativo a quel periodo, credo che sia doveroso a livello di documentazione storica, renderlo disponibile a tutti. Si eviterebbero cose assurde da parte dei collezionisti, bidoni, cifre assurde...

RR: Cd di mp3 venduti a 150 euro su ebay....

GM: Esatto, si eviterebbe tutto questo e si renderebbe giustizia ad un periodo musicale che prevede anche quelle cose. Ovvio, alcune sono infantili, soffrono di adolescenza, di inesperienza, però fanno parte di un periodo ben preciso, che comunque, se non è oggi, domani o dopodomani, verrà fuori.. sarebbe bello che si permettesse di farlo venir fuori mettendolo a disposizione gratuitamente a tutti, mettendo sul sito, "questo è quello che facevamo e che non è uscito", ripulito al meglio, rimasterizzato e questo è quanto. E' una documentazione storica.

RR: Un'ultima domanda, sul rapporto tra te e Federico Fiumani. Nel 1980 ci fu quel famoso equivoco: leggesti un annuncio di un tale Federico che cercava musicisti per un gruppo, pensavi che fosse Fiumani mentre invece era Federico Renzulli...

GM: Bah, non mi ricordo sinceramente, penso che fosse di Fiumani...

RR: ..fatto sta che alla fine riuscisti davvero a collaborare con lui, con "Il Ritorno dei Desideri" del 1994. Ricordo che anni fa, sul suo myspace, si era parlato di una vostra possibile collaborazione, si parlava di te al basso nei Diaframma, ma poi non se ne fece nulla. Non so poi quanto ci fosse di vero..

GM: Non lo so... il rapporto con Federico è bello perché siamo nati nello stesso anno, stesso segno zodiacale, tutto sommato abbiamo anche un carattere per certi versi abbastanza simile. E' un artista che stimo un casino, al di là di tutto.. è un artista che ha anche avuto coraggio, il coraggio delle sue scelte, di andare fino in fondo. Il nostro rapporto ha vissuto di alti e bassi ma senza una ragione concreta.. ci siamo persi, ritrovati, persi, ritrovati.. ora è un momento in cui non ci sentiamo da qualche tempo.. "Il Ritorno dei Desideri" lo ritengo uno dei più bei lavori che ho fatto come produttore artistico, nonostante sia nato in un momento di difficoltà, con la Contempo che stava fallendo, però artisticamente ricordo di una bella esperienza. Poi sai, anche tre anni fa con i Litfiba ci avevo ormai messo una pietra sopra, non avrei mai pensato che, anche se per una parentesi, ci si sarebbe ritrovati a fare concerti. Mi auguro che succeda anche con Federico, lo spero.

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