"Non ho barato nè bleffato mai

  e questa sera ho messo a nudo la mia amima

  ho perso tutto ma ho ritrovato me

  uno su mille ce la fa

  ma come è dura la salita"

Tra tante canzoni che parlano di riscatto, rivincita, verso la vita un posticino se lo è guadagnato anche "Uno Su Mille", scritta da Franco Migliacci e Roberto Fia per il ritorno alla vita di cantante di Gianni Morandi nell'85. L'eterno ragazzo di Monghidoro non se la passava bene negli anni '70; come cantante era stato schiacciato dal peso massiccio dei cantautori e le sue produzioni non avevano più alcun riscontro nel pubblico italico, nemmeno una canzone facile facile come "Il Mondo Di Frutta Candita" scritta dalla coppia Prudente-Mogol lo aveva salvato dal dimenticatoio.

Con il periodo di riflusso ideologico che segna i primi anni '80 Morandi ritorna dall'esilio volontario con qualche certezza in più (ha studiato musica al conservatorio di Santa Cecilia), capisce che ci può essere per lui di nuovo posto nel mondo della musica italiana, prima con la bella e sinuosa "La Mia Nemica Amatissima" (1983) e poi con "Uno Su Mille" due anni dopo. Si cambia stile, meno cantante nazionale popolare e decisamente interprete più raffinato che sa scegliere le "canzoni giuste, "Questi Figli" scritta da Mariella Nava per esempio. "Uno Su Mille" è conosciuta da tutti, anche perchè molti prima o poi si trovano a canticchiarla quando ci sono momenti storti e c'è bisogno di un pizzico di forza in più. Il testo descrive le difficoltà affrontate dal buon Gianni, "Se sei a terra non strisciare mai, se dicono che sei finito non ci credere" accompagnato da una musica accattivante che esalta e enfatizza il ritornello, quel "Uno su mille ce la fa" che rimane impresso nella mente a memoria di una dura selezione che si affronta ogni giorno nella propria vita.

I versi più significativi sono sicuramente questi, "tu non sai che peso ha questa musica leggera, ti ci innamori e vivi, ma ci puoi morire quand'è sera" che in poche parole esprimono una forte sensazione di disagio provata da tanti altri musicisti e autori prematuramente scomparsi a causa di un peso spesso impossibile da portare da soli sulle proprie spalle. 

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