Molti non mi crederanno ma quando ero più piccolo conoscetti Giggi Dalessio al matrimonio di mio cuggino Ciruzzo. Non è che era un invitato, semplicemente cantava al matrimonio, perché prima che diventasse il padre eterno della musica italiana tirava a campare cantando nei matrimoni. Quello fu il giorno che mi cambiò la vita, dopo di allora nulla fu tutto uguale. Ora la gente aspetta per un suo concerto, ma quando arrivammo al ristoranto lui era già lì e stava preparando la tastiera, perché da grande artista quale è lui suonava senza banda. Stiamo parlando di un bel po’ di anni fa e la sua partecipazione al matrimonio fu grazie a mio zio Pasquale, il padre di Ciruzzo, che noi chiamiamo O’ Malamente (tradotto Il poco di buono), perché è stato in carcere a Poggioreale ed allora era in libertà vigilata. Comunque mio zio conosce un sacco di gente influente e riuscì a contattare questa promessa della musica napoletana. Allora aveva già scritto un sacco di canzoni ma cantò soprattutto i classici napoletani, altrimenti gli invitati gli tiravano qualcosa addosso, perché un buon napoletano, durante i matrimoni, vuole sentire un po’ di canzone di sentimento napoletana.

Comunque arrivammo al ristoranto e l’altra gente e noi, guardando Giggi ci venne spontaneo chiederci: “Ma chist, chi c**z è?” Comunque a termine del pranzo eravamo tutti d’ accordo che era nata una stella. Purtroppo ai matrimoni napoletani bisogna aspettare un sacco di tempo che arrivano gli sposi, perché si vanno a fare le fotografie a Positano e siccome era luglio c’ era un traffico della miseria e ci volle un sacco di tempo. Mio padre iniziava ad innervosirsi perché teneva una cacchio di fame ed anche dagli altri invitati si alzava ogni tanto qualche bestemmia rivolta agli sposi ma senza che zio Malamente se ne accorgesse, perché era suscettibile. Al nostro tavolo erano seduti i miei, mio zio Peppiniello con zia Assuntina e i miei due cugginetti, Ciccillo, che aveva la mia stessa età, e Preziosina che era piccola piccola. Io ero vestito con la giacchetta, il pantalone classico ed il papiglion, mentre quel cafone di Ciccillo sotto la camicia teneva la maglia numero 10 di Maradona e si vedeva eccome. Comunque finalmente arrivarono gli sposi e Giggi attaccò con la marcia nuziale, mentre tutti sbattevono le mani e fischiavano e lanciavano il riso, solo che a Napoli il riso non si lancia crudo ma cotto con i fagioli. Comunque dopo tutto sto casino prendemmo posto e ci portarono l’ antipasto e all’improvviso sentii una puzza tremenda: era Preziosina che aveva fatta la pupù nel pannolino! Dice mio padre che zio Peppiniello e la famiglia sono “a chiavica la gente” (tradotto persone poco rispettabili) ed infatti zia Assuntina mica portò la figlia nel bagno per cambiarla? Nooo, la mise sul tavolo dove noi mangiavamo e le tolse il pannolino. Quando io feci notare che puzzava una miseria lei disse che la pupù e la pipì dei bambini è come quella degli angeli! Mah, Preziosina sarà anche stato un angioletto ma di sicuro nell’ intestino teneva qualche diavolo perché puzzava “a can muort” (tradotto come un cane deceduto)

Comunque Giggi attaccò con la prima canzone, cioè “Lacrime napulitane” e mia nonna Maria Carmela iniziò a piangere perché quando sente questa canzone di amore emigrante non riesce a trattenersi e piange come una bambina. Cazzo che voce teneva Giggi e mio padre disse: “O guaglione è sicc come na scuppett però tena na diee e voce!” (tradotto: Il ragazzo è magro come una scopa, però ha una voce incredibile). Poi portarono il primo, le lincuine con gli scambi e le voncole ed anche a Giggi gli portarono un piatto , solo che lui non volle sedere a tavola ma se lo fece poggiare sulla tastiera. Allora fece un qualche cosa che lasciò tutti i 300 invitati a bocca aperta: con una mano suonava il pianoforte e con l’altra mangiava una forchettata di lincuine. Tutti sbattevano le mani e lui faceva virtuosismi che neanche Mozart si sognava. Un casino di note condite con le lincuine! Straordinario! Poi attacco a cantare “Tu vuò fa l’americano” e tutti ci scatenammo a ballare, compresa nonna Maria Carmela. Ora dovete sapere che a un matrimonio napoletano si va tutti in giacca e cravatta, ma dopo la prima ora inizierete a vedere i bambini spogliarsi, perché sentono caldo; dopo la seconda ora qualche grande inizia a togliersi la giacca e la cravatta; dopo la terza ora la maggior parte si tolgono le scarpe e si mettono gli zoccoli portati da casa; dopo la quarta ora sono tutti in canottiera e pantaloncino! Diceva mio nonno Mizziuccio che un vero napoletano lo vedi a tavola: è quello che magna di più! La gente si spogliava per stare più comoda e per poter magnare ancora di più! Quello che non entrava in corpo ci facevamo portare dai camerieri le buste e ce lo portavamo a casa. Comunque anche io mi spogliai siccome non avevo il pantaloncino perché mi ero fatto chiatto e non mi andava mi misi il costume da mare, mentre Ciccillo rimase con la maglietta di Maradona che gli copriva pure la mutanda perché neanche lui teneva il pantaloncino. Preziosina solo con il pannolino che doveva essere cambiato ogni ora! Povera preziosina ora a 15 anni ha già un figlio che è più cacasotto di lei. Giggi continuò con “Ie te vurria vasà” e quando attacco “O’ sole mio” lo accompagnammo tutti nel coro compreso Ciccillo che però cambiava le parole della canzone con versi osceni che non posso ripetere. Ogni tanto si alzava qualche cretino e grideva; “Viva gli sposi!!!” ed io vedevo Giggi innervosirsi perché gli interrompevano le canzoni, ma lui da serio professionista non sbagliava mai. Poi finalmente fu la volta degli scherzi agli sposi e quella è di solito la parte che a me mi piace di più perché è divertente e tutti ridono da schiattarsi la panza. Ma questa volta qualcuno esagerò: un cuggino della sposa Naninella le regalò un babà enorme a forma di pisello con la panna sopra. Tutti ridevano ma vedevo che zio Malamente non lo faceva. Fino a quel momento era rimasto l’ unico con la giacca, se la tolse, e prese un coltello enorme e fece un taglio sulla faccia del ragazzo! A quel punto successe il parapiglia: la sposa svenne, il padre del cuggino della sposa prese una bottiglia e la ruppe in testa a zio Malamente. Mio padre vedendo questo si alzò, prese uno zoccolo e lo tirò appresso a quel signore, ma solo che colpì Giggi nel mezzo della fronte ed egli cominciò a bestemmiare, mio padre si scusò e si buttò nella mischia. Erano tutti imbriachi e se li diedero di santa ragione: i parenti dello sposo con quelli della sposa!

Poi, finalmente, si calmarono e tornarono al proprio posto. Io guardai Giggi, lui mi fece segno di avvicinarmi. Io mi sentivo emozionato e lui mi disse: “Siete a chiavica la gente!” Da allora sono cresciuto ed anche io ciò la fitanzata, Annarella, che mi fa ingelosire dicendo che la canzone Annarè Giggi Dalessio la scritta per lei. Io so che scherza ma non si può mai sapere perché Dalessio è uno scupafemmine, vedesi Tatangelo. Comunque quando mi sposo voglio anche io Giggi al mio matrimonio, solo che avendo un lavoro precario non se ne parla ancora. Zio Malamente mi ha trovato una specie di lavoro e paga bene, in pratica vado a portare delle buste con degli avvisi ai negozianti. Io non so cosa sono ma dice zio che sono dei solleciti di pagamento. Comunque devo guadagnare parecchio perché Giggi ora è famoso e si prenderà un sacco di soldi.

Carico i commenti...  con calma