Uh-oh, ci fanno notare che questa recensione compare anche su Livecity.it firmata da Federico Armeni.
Se questo è il "made in Italy", meglio comprare in Cina.
Il nuovo album del cantautore napoletano si chiama "Made in Italy", una scelta a dir poco rischiosa da fare. Made in Italy significa dire: la musica italiana è questa. Significa anche dire: la dialettica e la letteratura italiana sono queste. L'arte italiana è questa.
Ascoltando a più riprese l'album ci si rende conto che l'errore macroscopico sta proprio nella prosopopea dell'artista di chiamare un suo album in questo modo, e ancora peggio nel descrivere come "made in Italy" una musica fatta di pochissima invettiva e dei testi a dir poco scontati. Si può dire semplici, ma la semplicità è una virtù. Le parole di D'alessio, da "apri le braccia e fatti sentire sul mio petto" a "è un sogno è un po' speciale" a "un bacio e poi mi siedo" sono semplice parlare di qualcosa, senza alcuna interpretazione artistica. Il problema è l'abbinamento con quella musica, così incredibilmente proveniente da standard canonici già sentiti e risentiti.
E dire che la strada di D'alessio sembrava in discesa col pezzo di apertura ("Brividi d'amore"), unico episodio di un tentativo di distinzione del cantante, con quelle ritmiche moderne, quei suoni filtrati e quella voce convinta ed estesa. Un testo non da buttare via. Le imbarazzanti "Besame", "Nome cognome indirizzo e cellulare" e "Ilaria" sono obiettivamente da parodia, da ridere per tale è la scemenza e il punto di vista superficiale di tutto ciò che si ascolta.
Le ballate voce e pianoforte non sono invece così terribili, ma risiedono, come dicevamo prima, a concetti e preconcetti confezionati che formano il "perfetto luogo comune italiano". E i meriti legati ad alcuni suoni ben studiati, sono forse da individuare nella produzione che non alla scrittura dei pezzi.
Il tentativo, folle, di questo disco è quello di far credere che la musica italiana sia ancora chiusa completamente ai confini e radicata a delle formule infantili e di "semplice uso"."Made in Italy" è un disco conservatore, un treno che corre controcorrente, una musica che combatte contro il tempo, come se si volesse combattere contro lo sviluppo, l'evoluzione e la cultura. Speriamo che all'estero non lo prendano sul serio, anche se bisogna dire che la discografia italiana non sta facendo molto per far credere agli altri, ma per primi a noi stessi, che l'Italia sforni una musica di tutt'altra valenza.
Tracklist:
" Brividi d'amore "
" Primo appuntamento "
" Una volta nella vita "
" Un cuore malato "
" Apri le braccia "
" Canterò di te "
" Parlarti e poi "
" Ilaria "
" Besame "
" Nome, cognome, indirizzo e cellulare "
" La grande storia "
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