Gilberto Gil suona Bob Marley.

Due Artisti con la A maiuscola, enormi, che hanno significato e significano tutt'ora molto per Brasile e Giamaica. Musicalmente entrambi i musicisti prima di approdare ad un suono ed uno stile personale hanno passato i primi anni della loro carriera con approcci differenti e suonando rispettivamente Samba e Bossa, Rock Steady ed Early Ska.

Bob Marley è stato uno degli artisti più importanti di tutto il ventesimo secolo regalandoci brani che sono andati al di là dell'idea di canzone, diventando veri e propri inni di pace e libertà e profondo intimismo religioso, nonchè misticismo.
Gilberto Gil, bandiera del Brasile (non solo musicale) rende omaggio a Marley incidendo un disco-progetto-omaggio che vede un notevole sforzo di mezzi e di idee. Registrato interamente presso gli studi Tuff-Gong, con le collaborazioni dei membri originali di Wailers e soprattutto avvalendosi della partecipazione della costola femminile dei Wailers e cioè le I-Threes (Rita Marley, Marcia Griffith e Judy Mowatt).

Quello che ne esce è un buon disco, sicuramente nato con piacevoli nonchè interessanti spunti, ma che purtroppo in qualche caso dà l'impressione che si sarebbe potuto "osare" maggiormente. Ho ascoltato questo disco anni fà e finalmente da un paio di gg è diventato mio. La mia curiosità era tanta, data anche dal fatto che il primo ascolto avvenne qualche anno fà. Tanta era la voglia di godermelo e di ascoltarlo fino in fondo in ogni sua piccola sfaccettatura cercando di gustarlo in pieno. Purtroppo questo non può avvenire in quanto come accennato poche righe fà, questo album (seppur molto buono) è un tributo troppo pulito ed onesto alle canzoni di Bob Marley.

Da un interprete come Gilberto Gil mi sarei aspettato di sentire le canzoni di Bob in una nuova e coinvolgente veste carioca. Purtroppo le canzoni mancano di vitalità brasiliana e originalità e aggiungono ben poco alle immortali versioni del Leone Giamaicano. Gli arrangiamenti sono ricchi e vari ma sembrano non osare e calcare quasi fedelmente gli standard propri del Reggae mantenendosi comunque su livelli sì buoni ma estremamente semplici e tradizionali, considerando poi la fantasia e la maestria propria di chi nasce col "ritmo" nel sangue; secondo me, una caratteristica comune ai Sudamericani come ai Caraibici.

Intendiamoci, "Could you be Loved" ad esempio è un gran pezzo riuscitissimo nel quale la linea di basso si mischia sapientemente alle perussioni che sanno di Dub. L'apporto delle coriste è molto azzeccato e ne viene fuori una gran bella rivisitazione. "Kaya" ne esce rivisitata con un sapiente tocco di Brasile meets jamaica, come anche la splendida "Nào chore Mais" (No Woman No Cry) che parte con un delicato e prezioso arpeggio di chitarra, fuso in uno stupendo accompagnamento di violino e viola. La splendida voce, dolce e suadente, di Gilberto Gil che canta in brasiliano regala un'interpretazione memorabile. "Time Will Tell" è un altro pezzo particolarmente riuscito, pregno di suoni e atmosfere verdeoro. "Lively up Yourself" si distingue per il cantato brasiliano diventando "Elève-se Alto au Ceu", ottima e arricchita da un sapiente accompagnamento di armonica ed una azzeccatissima chitarra elettrica che quasi in secondo piano con una leggerissima distorsione accompagna il ritornello. Per il resto come detto, le altre canzoni presenti aggiungono ben poco (o forse nulla ) agli storici original.

Comunque un buon disco, ben suonato ed interpretato, elegante e sinuoso nei suoni che però, secondo chi scrive, si potevano sicuramente di più incrociare e mischiare con quelli Giamaicani. Potrebbe tranquillamente essere anche che nelle intenzioni originali del musicista Brasiliano, questo desiderio di mantenersi a metà strada e di non stravolgere le opere originali di Marley sia stato voluto e cercato fino in fondo.

In definitiva comunque per il sottoscritto questo è un ottimo disco che mi permetto di segnalare... poi a voi il giudizio. Buon Ascolto.

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