Non conosco Gino Paoli. O meglio, lo conoscevo in passato solo per alcuni suoi brani di successo, considerati classici della canzone leggera italiana.
Qualche mese fa capitò fra le mie mani questo compact disc, lessi il nome dell'autore, il titolo del disco, osservai l'oscura copertina; mi affascinò e così lo acquistai.
"Storie" è un album che già dal nome esplica la sua essenza e la struttura: dodici brani per dodici diverse storie, vere e proprie esperienze, ritratti a se stanti.
Un lavoro che in apparenza, a livello tematico, sembra non omogeneo, "spezzato" in epodi singoli.
Tuttavia, attraverso un accompagnamento musicale semplice e pulito (oserei "spensierato"), ritmi lenti perpetuati da pochi e selezionati strumenti, fra cui la chitarra classica e le percussioni, ogni canzone esplica il vissuto di un personaggio con una chiarezza e serenità alquanto spiazzante, in totale antitesi con il buono contenuto dei testi, piuttosto pregni di malinconia e talvolta addirittura drammatici.
Questo particolare contrasto conferisce al disco una certa facilità d'ascolto, ma al tempo stesso mantiene una validità a livello di contenuti.
Contenuti che sotto certi aspetti appaiono oscuri; dietro agli episodi dei singoli personaggi si celano forse le ideologie dell'autore: una certa insofferenza verso lo stile di vita caotico dei nostri giorni (Il Buco), verso il servilismo per il potere (Signora Provvidenza, L'Uomo Che Vendeva Domande), verso la paura immotivata dettata dall'ignoranza (La Paura).
Talvolta il testo della canzone si limita a descrivere la vita di personaggi oggigiorno scomparsi dalla collettività sociale (Il Marinaio, La Signora Mauri).
Talvolta eventi drammatici come lo stupro vengono cantanti con grande "pacatezza e dolcezza" (Il Pettirosso).
In altri brani la tematica dell'amore viene espressa in maniera elegante e romantica (Il Nome, La Chiave, Due Vite).
Un disco gradevole, da consigliare.
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