Il dio delle overture. L'uomo da quaranta Opere in meno di vent'anni. Il plasmatore della felicità in musica. L'uomo a cui dio ha dato la melodia così come la dà all'usignolo.

Gioacchino Rossini, il compositore considerato dai suoi contemporanei; il più grande compositore al mondo (Oggi questa reputazione può sembrare eccessiva, ma all'epoca no).Un musicista capace di inondare il pubblico di sensazioni felici, era qualcosa che aveva quasi del miracoloso. Stendhal ci aveva perso la testa dietro quest'uomo e questa capacità, fino ad occuparsi personalmente della sua Biografia.

Il 20 febbraio del 1816, al Teatro Argentina di Roma, va in scena la prima rappresentazione dell'Opera con l'overture più famosa di ogni tempo (leggendario l'uso che ne farà Monicelli in amici miei: "O bucaiolaaaa..."), Il Barbier di Siviglia. Dirige: Gioacchino Rossini. 

Tonfo colossale! Poche opere nella storia hanno subito un fiasco tanto clamoroso quanto inspiegabile. Tuttò sembrò congiurare contro Rossini che nei giorni precedenti aveva annusato troppe coincidenze portatrici di sventura. Il 13 febbraio si era incendiato il suo tanto amato San Carlo di Napoli. il 15 febbraio muore l'impresario del Teatro Argentina. Venne tirata su una cabala di iettatura dai fan di Paisiello (autore dell'altro Barbiere di Siviglia surclassato da quello di Rossini nel tempo), che volevano cambiasse titolo all'opera. Si va in scena lo stesso; si parte malissimo in un clima di tensione che sfocia in qualche brusio. si spezza la corda di una chitarra e si comincia a sbraitare, un gatto sale sul palco in uno dei momenti più patetici dell'opera scatenando risate e insulti, miagolii, pernacchie contro l'autore. Non ci si crede. Il giorno dopo Rossini si dette malato. Non ce la faceva ad affrontarli un'altra volta. La risposta del pubblico fu l'esatto opposto della sera precedente; un trionfo. Da quel momento l'opera parte alla conquista del mondo ad una velocità spaventosa.Il Barbiere diventa l'opera buffa più famosa della storia.

La mia versione preferita è quella diretta, registrata e interpretata da Abbado nel 1972, DG, London Symphony Orchestra. Hermann Prey non è proprio il mio figaro preferito (meglio Nucci), ma tutto sommato si integra bene con tutto il resto del cast. Ora, io sembrerò di parte ma la Berganza di quest'opera supera addirittura la Callas dei grandi fraseggi azzardati in questo personaggio in tempi non sospetti. Stupenda, sensuale, esperta, fluida. Alva sbianca come sempre il suo leggerisimo tenoril diletto facendo diventare, non se stesso il Conte D'Almaviva, ma il Conte D'Almaviva Luigi Alva. Forse questo è il suo unico limite in un canto e una padronanza scenica straordinarie. Enzo Dara è il più grande Bartolo degli ultimi trentacinque anni e si impose al mondo proprio grazie a questa edizione. Un mostro! Paolo Montarsolo è quello che canta peggio, ma questo è dovuto forse allo stato di grazia altrui. Lui si prodiga solo da ottimo mestierante, ma va bene lo stesso. Abbado naturalmente, basandosi sull'edizione critica di Zedda, prende l'opera e la porta alla sua nativa freschezza e agilità, alla sua leggerezza e nuvolosa porpora, volando sullo spartito con dei cavi d'acciaio invisibili nelle mani. Per me il più grande interpete di Rossini d'ogni tempo. La registrazione è fantastica e la L S O è una manica di professionisti impeccabili.

Se volete godervi qualche momento di felicità, avvicinatevi a questo scrigno; dovete solo aprirlo.

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