Torno a "recensire" un film, presentandovi questo UNCUT (2003), una stronzata di film (oddio, che parolone!) ad opera di tal Gionata Zarantonello che ha avuto la sfrontatezza (e la miseria) di far recitare un cazzo in carne e senz'ossa, in primo piano per tutti gli 88 minuti della durata!

Un caso più da Guinness dei Primati che da Cinema, insomma.

Un pisello fortunatamente moscio (dell'attore porno Franco Trentalance) attorno al quale ruotano le vicende più o meno interessanti del suo "padrone" impegnato a destreggiarsi nel ricercare (via cellulare) una giovane fanciulla con cui accoppiarsi (questa pare essere l'unica fobia che interessa al protagonista per quasi 80 minuti di pellicola), il tutto condito da una sorta di thriller con tanto di scomparsa, delitto, commissario & C.

Un film di una "vuotezza impressionante", di uno spessore pari a zero e che avvince quanto vedere la faccia del Trota sul palco dei comizi padani.

Un film che dopo 10 minuti mi ha fatto fare i più grandi sbadigli della mia vita, con un doppiaggio maccheronico e forzato, con le mani del protagonista impegnate per 75 minuti a trastullare, nascondere, massaggiare la minchia di sé medesimo con una storia (?!) tutta delegata alle parole e a qualche rara apparizione di "quarti di donna" qua e là (tette, culi, una bocca che tenta una fellatio, robette così...).

Si salva qualche dichiarazione sessista, cinica e misogina del protagonista, ma anche qui nulla di nuovo: frasi che trasudano luoghi comuni e cose sentite e risentite.

Un film a dir poco osceno e miserrimo la cui visione non la augurerei nemmeno al mio peggior debaseriano. Ma so che pure questi sono in via d'estinzione ormai.....

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