Aspettando il prossimo album, che uscirà nei primi mesi del 2007, inganno l'attesa recensendo il lavoro che Giorgio Canali e i Rossofuoco hanno pubblicato nel 2004. I più lo conosceranno come chitarrista al fianco di Ferretti e Maroccolo dapprima nei CCCP e CSI e attualmente nei PGR, ma Canali ha alle spalle ben 3 album da solista: "Che Fine ha Fatto Lazlotòz" del 1998, "Rossofuoco" del 2002 e il quirecensito "Giorgio Canali & Rossofuoco (anche se il titolo, a detta di Canali, è la freccina rossa in alto).
La band che lo supporta, che prende il nome dall'album precedente e che in questo è stata promossa da semplice gruppo spalla a vera e propria comprimaria, è formata da Claude Saut al basso, Marco Greco alle chitarre e Luca Martelli alla batteria. Lasciato da parte per questa volta il cantato in francese, Canali sceglie di usare la lingua italiana in tutti e 10 le canzoni, rendendo l'album ancora più compatto che in passato. Questa compattezza si avverte anche nel suono. Il rock suonato da Canali è diversissimo da quello dei PGR: semplice e senza fronzoli o manierismi e, in quest'album soprattutto, ruvido e dal piglio quasi punk. I testi, infine, descrivono in modo sarcastico e ironico la società italiana; ogni tanto si avverte però un pizzico di disillusione e pessimismo.
L'opener è "Precipito", uno dei migliori brani del lotto, basata su un fantastico giro di chitarra e che cresce pian piano fino a diventare una potente canzone molto coinvolgente. Il testo non è altro che un inno alla libertà dell'uomo: "Precipito come un fulmine, come una cometa / cado dalle nuvole, dal cielo /senza futuro e questa volta per davvero!/Precipito, sono il vento!". "Guantanamo", in cui spicca la tromba dell'ospite Marc Simon, è dominata da un'atmosfera più meditativa, sottolineata sia musicalmente dal ritmo mediamente lento del pezzo, e anche dal testo, in cui si riflette sul fatto che i grandi sogni e progetti delle passate decadi sono andati in fumo ("Solo sette colori su una bandiera / ma che fine hanno fatto gli altri colori / che fine hanno fatto i figli dei fiori/ restano tra schegge di uranio e qualche svastica / solo i figli dei fiori di plastica").
Il rock/reggae di "Fumo di Londra", in cui si ironizza sulla guerra, rialza i toni, e così si arriva a "No Pasaran". Un Canali a ruota libera cita tutto ciò che non gli va (giornalismo, televisione, moda, banche, luoghi comuni… ) in un brano che si può definire "combat rock" per la rabbia che sprigiona. Altro ottimo brano è "Mostri Sotto il Letto" in cui il ritornello "Sarà che le ragazze con cui esco hanno tutte mostri sotto il letto / le ragazze con cui esco hanno sempre un incubo nel cassetto" vuol mettere in mostra la difficoltà oggigiorno delle persone ad instaurare rapporti con l'altro sesso. "Fuoco Amico" è un mid-tempo senza infamia e senza lode, in cui si segnalano solo i vari assoli dissonanti, mentre "Savonarola (La Fine del Mondo a Ferrara)" merita un capitolo a parte. In un felice incontro tra arrembanti chitarroni e ritmi sincopati il testo narra di un'ideale Apocalisse a Ferrara, in cui un San Michele metallaro e un arcangelo misogino e agressivo, il Leviatano che esce dall'acqua del Po e i cadaveri che girano in biciclette sono un pretesto per un'altra (divertentissima) critica. Dedicata all'amico Bertrand Cantat dei Noir Desir (che è sta scontando una condanna per omicidio) è "Rime con Niente".
Chiudono l'album "Questa è una Canzone d'Amore" e "Questa No". La prima è un altro brano veloce e incisivo; Canali descrive l'amore come "antisociale, sperimentale, interinale, assistenziale, terminale, funerale, orizzontale, anticlericale". La seconda è l'unica ballata dell'album: delicata e poetica (soprattutto nel ritornello: "vieni più vicino / è solo il vento che sbatte le porte sul suo cammino… è solo il mare che stanotte fa un po' troppo rumore / è solo il treno che fischia lontano") e impreziosita da una coda strumentale debitrice dei Marlene Kuntz.
In definitiva un album magari non originalissimo o epocale, ma onesto e godibile, soprattutto per quelli che sanno apprezzare il vero rock italiano.
VOTO = 7 e 1/2
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