Gli spettatori impazienti, tutt'al più di età avanzata, si sono vestiti bene benino per l'evento tanto atteso, e stanno seduti parlando coi vicini, ma senza fare troppo rumore. Appena si abbassano le luci, un silenzio di tomba. 30 secondi di luce soffusa, poi entra correndo. Felpa scura, jeans e scarpe Converse. E' lui, il ricciolone. Sorride leggermente, e ci guarda tutti. Prende il microfono e incomincia a parlare con voce sommessa. Non vuole creare "atmosfera", è il suo tono normale. I suoi modi lo rendono apparentemente ingenuo, forse un po' goffo. Si siede e comincia a pigiare i tasti della sua vita. "AlleviLive" è un tour che racconta l'evoluzione di Giovanni, i suoi (in)successi e il suo animo.
Ero partito scettico, lo ammetto. Essendo io un amante del pianoforte più tradizionale, quando ho scoperto questo artista sono rimasto colpito solo da un lato. Se da una parte infatti mi affascinava il suo modo di concepire il piano come strumento di diffusione alle masse di una musica senz'altro "superiore", dall'altra trovavo che semplificasse sin troppo questo concetto, riducendo il tutto a brani cantabili brevi, "canzonette strumentali". Vederlo dal vivo, credetemi, mi ha aiutato a chiarirmi le idee.
Tanto per iniziare, per quanto le registrazioni in studio o dal vivo siano impeccabili, manca l'IMMAGINE: vederlo lì, seduto davanti a te, muovere quei ditini stretti e veloci sul piano, ti dà veramente l'impressione di un puro virtuoso, come forse nei dischi non era sembrato. Sembra scontato, ma forse neanche troppo.
In secondo luogo, il concerto che ti trovi di fronte non subisce tagli: segui perciò un filo logico attraverso i brani, con sbalzi di tono notevoli; pezzi lenti, altri forsennati, altri dissonanti e folli.
Infine, è dal vivo che ti rendi conto della vera personalità di Allevi. Appena incontrato, il modo di porsi con la gente quasi ti irrita, lo fa sembrare un finto tonto. Ascoltandolo e vedendolo, finalmente ti viene dimostrato, sotto i tuoi stessi occhi, che non vi sono montature di nessun genere. E' un personaggio caricaturale, ma è LUI. E come dice egli stesso, la sua fragilità è anche la sua forza.
Per il resto, una scaletta molto appetibile, tra cui Japan, Il Nuotatore, Jazzmatic, Come Sei Veramente, Monolocale 7:30 AM, Back to Life, L'Orologio Degli Dei (forse la mia preferita), New Renaissance e, ancora una volta, Aria.
Gli scrosci delle mani alla fine di ogni brano, e del concerto troppo breve, lo hanno spinto a fare ben 3 bis, con somma gioia del pubblico in delirio. E lui, commosso, a mani giunte per ringraziare noi.
Un'esperienza che mai avrei creduto così toccante, così intensa e delucidatoria. Che importa se l'impianto audio non era il massimo, le poltrone erano scomode e un bambino batteva le mani a piacere? Assolutamente nulla. Alla fine del concerto non mi sono fatto mancare un autografo sul doppio disco e alcune foto tutte, ahimè, mosse.
L'"AlleviLive Tour" è lungo. Se passa lì da voi, non state a pensarci troppo. Scommetto che anche voi avete bisogno di ricredervi. Perciò andate e basta. Ma non applaudite troppo. Sviene.
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