Musicalmente parlando, l'avvento del nuovo millennio ha praticamente cancellato qualsiasi etichetta di trend che negli ultimissimi decenni del '900 aveva (quasi) rigorosamente classificato gusti, preferenze e miti; solo per citare il ventennio di chiusura del "secolo breve", negli anni '80 imperversava la dicotomia pop glitterato e glam rock (entrambi comunque perfettamente allineati per quanto concerneva l'abbigliamento e gli accessori, ndr.), mentre nei Novanta all'oscuro teatro grunge-alternative degli esordi si era schierato in difesa la frivola (e a volte banale e farlocca) semplicità - quasi infantile - di boy/girl band, nonché delle nuove leve neo maggiorenni appena uscite dai banchi dei college d'oltreoceano. I Duemila e seguenti, di contrario, non sono riusciti a produrre un effige musicale univoca o, almeno, specifico-settoriale: il carrozzone pop è proseguito con l'eredità dei veterani del mainstream sino all'attuale orientamento electro-trash, la durezza rock ha esternato ispirazioni gotiche, neo-glam, post-grunge e pseudo-alternative, mentre il settore black ha partorito alcuni esponenti hip-hop/R&B sempre più orientati a possedere ville sontuose a West Hollywood che a difendere gli interessi del ghetto.

Un elemento tipico dei '00 è però la scomparsa (quasi) integrale dello sfavillio delle girl/boy band, dopo i brevi e tuttavia grandiosi fasti di fine secolo: le Ragazze Pepate hanno scelto la strada insipida della carriera solista, i Backstreet si sono dovuti confrontare con le prime rughe e i primi capelli d'argento, ma anche esponenti minori come All Saints et similia non hanno proseguito la strada verso l'Olimpo pop. Non sono comunque venute a mancare le doverose eccezioni, prime fra tutte le cinque bollenti Pussycat Dolls con la signorina Nicole Scherzinger in Hamilton che compensava (almeno fino a pochi anni fa) la mancanza di performatività vocale delle altre quattro.

Lasciando perdere le "stangone" trash statunitensi, occorre ancora una volta voltarsi verso la Gran Bretagna per catturare un'ultima goccia di quel distillato girl-group che grazie alle mitiche Spice allagava classifiche e palcoscenici. Vorrei, dunque, introdurre le "inglesissime" Girls Aloud, nate nel 2002 grazie al proto-talent "Popstars - The Rival": capitanate da quel concentrato di bellezza e sensualità che è Cheryl Cole (ex moglie del calciatore fedifrago Ashley), le Girls Aloud si sono fatte valere pressochè nel panorama musicale anglofono, varcando raramente i confini della Manica. Nonostante il successo limitato, le ragazze hanno sfornato nel corso di quest'ultimo decennio una serie di album pop semplici, raffinati e mai roboanti, come pure totalmente avulsi dalla recente moda dance trash. Unendo uno stile cabaret-teatrale alla burlesque al sound di produttori famosi e affermati (fra cui Xenomania, autore degli ultimi lavori di Kylie Minogue), le Girls sono riuscite a distinguersi dall'erotomania esasperata delle colleghe Dolls, sviluppando un'immagine discretamente sobria, raramente stravagante e mai eccessiva, senza comunque cadere nell'ingenuità teen-pop delle "maestre" Spice.

"Tangled Up", quarto album in studio rilasciato nel 2007, segna un punto di svolta fondamentale nello stile musicale delle Aloud. Discostatesi dal sound prettamente funky-dance, con modeste venature rock e power pop, Cheryl Cole & company puntano su un sound più elettronico e robotico, tuttavia sempre mirato alla semplicità e alla sobrietà, in linea con il mood dettato dal contemporaneo capolavoro della Minogue, X (di cui, peraltro, condivideva la produzione del team Xenomania). Rimane invece invariata la componente allegrotta-funk degli esordi: il primo singolo Sexy? No No No... ne è infatti la dimostrazione più emblematica, un potente e forsennato brano elettro-punk dall'onnipresente atmosfera di teatralità e burloneria che anticipa il mood da "parata" circense di Control Of The Knife. Aria da europop di ispirazione ellis-bextoriana si respira invece nella romantica Call The Shots, nelle "rockettare" Close To Love e Fling e in Girl Overboard, un tributo alla sempreverde house anni '90. Da menzionare pure ulteriori espressioni funky-dance in Damn e Can't Speak French.

Un album senza troppi fronzoli, semplice da gustare e immediato da assimilare. E per tutti coloro che hanno fame & sete di girl group sexy e ammiccanti (ma non tamarre e trash) questo è il terreno giusto dove piantare le fondamenta di una nuova stagione simil-Spice.

Girls Aloud, "Tangled Up"

Call The Shots - Close To Love - Sexy? No No No... - Girl Overboard - Can't Speak French - Black Jacks - Control Of The Knife - Fling - What You Crying For - I'm Falling - Damn - Crocodile Tears.

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