Giulia Blasi è una scrittrice, giornalista e conduttrice radiofonica. È stata lei quando il caso Weinstein ha coinvolto in maniera 'diretta' anche il nostro paese e letteralmente investito Asia Argento, a lanciare l'iniziativa #quellavoltache, un hashtag con il quale ha invitato le donne che hanno subito molestie e violenze a raccontare e denunciare la loro storia.
Scrittrice e giornalista, ha collaborato negli anni con Stereogram, Vogue.it, Me parlare donna un giorno, Donna Moderna e Sorelle d'Italie. Più di recente con Grazia, Girlfriend, Mia, LosingToday e Il Mucchio. Nel settembre 2009 pubblica la raccolta di racconti brevi 'Nudo d'uomo con calzino' su Einaudi; nel settembre 2010 è la volta del romanzo 'Il mondo prima che arrivassi tu' (Mondadori Shout). Nel 2013 'Siamo ancora tutti vivi' (Mondadori Chrysalide). Il suo ultimo libro, intitolato 'Se basta un fiore', è stato pubblicato a febbraio su Piemme.
Ho contattato Giulia chiedendole la disponibilità a rispondere ad alcune domande relativamente il caso Weinstein e quello che lei ha raccolto da questa storia e da questa esperienza che ha in qualche maniera voluto raccontare con questa iniziativa e che in un'intervista al quotidiano La Stampa ha definito come 'Un urlo collettivo che ha diritto di essere riconosciuto e di arrivare dappertutto, e di uscire dai social media.'
Buona lettura.
1. Ciao Giulia. Ti ringrazio a nome mio e di tutta la comunità debaseriana per avere accettato di rispondere alle mie domande. Devi sapere che sin dalla esplosione del caso Weinstein e in particolare dopo le dichiarazioni di Asia Argento, abbiamo provato a confrontarci su queste pagine sull'argomento. Non senza qualche polemica e la manifestazione di opinioni diverse sul fatto da parte di ciascuno. Tu ti sei interessata al caso e lo hai commentato fin dal principio prendendo anche parte attivamente alla causa lanciando l'hashtag #quellavoltache e spingendo le donne a raccontare le loro esperienze. Posso cominciare chiedendoti che feedback hai ricevuto da questa iniziativa? Che sensazioni e che dati materiali (se ce ne sono) hai raccolto sul piano dei contenuti e di quelle che sono state le reazioni e la partecipazione a questa iniziativa? Pensi che sebbene si sia trattata di una iniziativa legata solo al mondo del web questa abbia comunque in qualche modo svolto una funzione di carattere sociale e diciamo formativo?
GB. Credo che quello che è successo negli ultimi due mesi abbia fatto partire una conversazione, non sempre trattata nel modo giusto dai media e dell'informazione o approcciata dal giusto punto di vista; e largamente ignorata dalle istituzioni, con eccezione dei deputati di Possibile, che ci sono stati vicini in maniera pratica, portandoci a Montecitorio a parlarne e introducendo l'iniziativa nei loro discorsi in Parlamento.
La partecipazione è stata molto vasta - solo nella prima settimana si è arrivati a più di ventimila occorrenze dell'hashtag, Facebook escluso - e più di qualcuno ha avuto un momento di disorientamento. Credo che l'effetto principale sia stato una forma di autocoscienza delle donne, che si sono rese conto di aver subito abusi che avevano represso, ignorato o derubricato a "va così". Da quell'autocoscienza non si torna indietro.
2. Parliamo del caso Weinstein nello specifico. Chi è Harvey Weinstein? E di che cosa è accusato? Ci sono delle denunce de facto nei suoi confronti da parte di una o più persone che hanno subito degli abusi da parte sua? Esiste un procedimento giudiziario? Che cosa rischia effettivamente?
GB. Su questo secondo me dovete farvi un ricercone su Google, non vi servo io. È tutto là fuori. Weinstein per ora non rischia niente, a meno che non parta un processo a suo carico, cosa non improbabile.
3. Nel commentare in particolare le vicende che hanno riguardato Asia Argento e che inevitabilmente sono state e sono quelle più argomentate in Italia, molti hanno voluto sostenere che nel suo caso non si possa parlare di violenza vera e propria oppure di abuso, dato che l'attrice italiana avrebbe dato il suo consenso a consumare il rapporto con Harvey Weinstein. Perché questa osservazione e questo punto di vista sono sbagliati? Quanto è sottile poi il confine tra fare delle avances e quelle che possono essere delle molestie? Voglio dire: c'è un confine segnato tra le due cose? Dipende dalla sensibilità dei singoli soggetti oppure dal contesto. Poiché si suppone che al giorno d'oggi anche il sesso non costituisca un tabù, come e quando una avances di questo tipo può essere considerata 'giusta' oppure 'sbagliata'? Infine: come ci si difende in una situazione tipo quella che è capitata ad Asia Argento?
GB. Anche qua bisogna ascoltare Asia Argento, che ne ha parlato in prima persona.
Quello che credo sia essenziale qui è chiarire che la reazione della vittima a uno stupro o a un abuso non è rilevante. Milioni di donne vengono stuprate da amici, parenti, coniugi con cui continuano ad avere rapporti sociali anche dopo, spesso nel tentativo di "normalizzare" l'esperienza che hanno avuto. Come dire: no, non mi ha stuprata, è stato sesso fatto male. Non devo pensare a me stessa come a una vittima di stupro. Ma il dolore non passa, e spesso solo dopo anni ci si rende conto dei danni che ha causato, e se ne parla per liberarsene e per dirsi: non me lo meritavo, non era colpa mia, non ho sbagliato io.
Per quanto riguarda Asia, si sono dette troppe falsità su di lei, per farla sembrare un'opportunista o un'approfittatrice. Lei ha parlato di questa vicenda in maniera chiara e io non mi voglio sostituire a lei. Non ha bisogno di altre voci: io la sostengo perché è giusto, e perché sono dalla parte di chi è stato violentato, sempre e senza questioni.
Sulla questione "confine fra avance e molestia": se manca una definizione condivisa di molestia è perché il consenso di una donna o il suo desiderio sono considerati irrilevanti. Agli uomini viene insegnato che devono essere sessualmente aggressivi, provarci e insistere, a prescindere dal contesto. Che è loro diritto prendere quello che vogliono, donne incluse. Che non è strano o anomalo, anzi, gradito fare apprezzamenti sessuali anche solo verbali a colleghe e dipendenti. Non si coglie il legame fra questi comportamenti e il costante deprezzamento e la svalutazione sociale delle donne. Si grida addirittura alla de-erotizzazione della società, che è solo un modo di dire che gli uomini vogliono conservare il diritto di disporre delle donne, e le donne vogliono conservare il loro unico capitale, quello sessuale, decidendo a chi distribuirlo anche in base a calcoli di opportunismo.
Questo secondo potere è del tutto illusorio e viene spesso usato per coprire i ricatti. In altre parole: si sa che "quella" usa il corpo per fare carriera, e questo vi delegittima tutte. Non si mette in discussione il fatto che per raggiungere i propri obiettivi sia quasi inevitabile passare per le forche caudine di un ricatto sessuale.
A questo si aggiunge un processo di ri-vittimizzazione delle vittime, che avendo già subito un trauma sono costrette a subire il processo per il trauma subito. Questo ha come effetto collaterale quello di costringere al silenzio le donne che non si sentono sicure di essere credute, o che hanno troppo da perdere se parlano degli stupri o delle molestie subite. La società è congegnata per coprire i molestatori a scapito delle molestate.
4. Ma secondo te abbiamo imparato, stiamo imparando veramente qualche cosa da questa storia? Molti fanno riferimento ad esempio a quello che considerano come l'altro lato della medaglia. Ad esempio quello che è stato definito come un processo mediatico come il caso di Kevin Spacey. Una vicenda che mi sembra anche questa non sia ancora stata definita con procedimenti giudiziari. Qualcuno richiama una vicenda lontana nel tempo e riguardante una casistica di tipo diverso, ma quello che fu comunque un processo mediatico che fece scalpore nel nostro paese. Mi riferisco al caso riguardante Enzo Tortora, ingiustamente accusato e arrestato per traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico nel contesto del processo alla Nuova Camorra Organizzata. Condannato a dieci anni di carcere, Tortora fu successivamente assolto. Ma la sua vita fu in qualche maniera rovinata e segnata da questa esperienza. Conoscendo il funzionamento dei media, come si fa a evitare che possa verificarsi qualche cosa del genere?
GB. Kevin Spacey non ha subito un "processo mediatico". È stato allontanato dal luogo di lavoro perché aveva alle spalle una lunga carriera di molestatore seriale, e chi lavorava con lui ha preso provvedimenti. Spacey non è in galera, non è sotto processo, è a piede libero e sta pagando un prezzo minimo rispetto alla quantità di persone che ha allontanato dal mondo dello spettacolo in un modo o nell'altro.
Non diamo per scontato che ascoltare le denunce delle donne o dare seguito ai loro racconti sia ingiusto. Per secoli è bastata una diceria bisbigliata di salotto in salotto per rovinare una donna a vita. Lo stesso Weinstein usava il pettegolezzo per far fuori le donne che gli si opponevano, perché la sua parola valeva più della loro.
Nella mia breve carriera in televisione ho visto fare e disfare carriere di colleghe sulla base di un semplice ordine arrivato dall'alto, legato a questo o quel bisbiglio da parte di un potente.
Per la prima volta nella storia, chi ha meno potere (generalmente le donne) riesce a farsi ascoltare se raduna intorno a sé abbastanza alleati.
Lo squilibrio esiste ancora: un uomo potente può rovinare molte persone. Una donna da sola non può tirare giù un uomo di potere. Guardate cosa sta succedendo a Miriana Trevisan, che ha fatto il nome di Tornatore: sono partite le truppe cammellate. Anche per Brizzi, sul quale esistono testimonianze credibili e concordanti e che era già stato allontanato dal luogo di lavoro nel momento in cui è diventato impossibile ignorarne la condotta, si sta cercando di compiere un'operazione di riabilitazione affidandosi alla voce di luminari come Enrico Brignano, e facendo passare le donne che lo accusano come mitomani, opportuniste in cerca di visibilità, bugiarde.
Enzo Tortora non c'entra niente: il suo fu un caso di errore giudiziario tragico che non è rilevante qui. Tortora finì in carcere e fu poi assolto.
5. Concludiamo parlando di te e di quella che è la tua attività come scrittrice e conduttrice radiofonica. Ricordo benissimo di avere letto per la prima volta un tuo articolo solo qualche mese fa, relativamente la violenza sessuale nei confronti delle due studentesse americane da parte dei due carabinieri. Il tuo articolo (lo trovate qui: http://www.iltascabile.com/societa/trumpcare/) parlava dei tentativi di Donald Trump di riformare il sistema sanitario. Aprivi l'articolo in questione citando Vic Chesnutt e raccontandone le tragiche vicende. Ci racconti qualche cosa sulla tua attività sia come scrittrice che come conduttrice radiofonica e il tuo interesse per la musica?
GB. Aiuto. È difficile riassumere oltre quindici anni di lavoro nel mondo dell'editoria e della comunicazione. Ho pubblicato cinque romanzi, svariati racconti, moltissimi articoli. La musica è una parte fondamentale della mia vita e del funzionamento del mio pensiero, ma come domanda è molto vaga. Magari ce la teniamo per un'altra volta.
Spero che aiuti!
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