Sono uscito dal cinema disorientato; con un'inquietudine, un'amarezza e una rabbia che da tempo non mi capitava di provare dopo aver visto un film.
Intendiamoci: il film è molto divertente, ci sono scene da antologia, Albanese è molto bravo nell'interpretare un personaggio davvero disgustoso, ma anche molto buffo allo stesso tempo e l'opera, nata da un personaggio ideato per sketch televisivi qualche anno fa, è indubbiamente (senzadubbiamente direbbe il protagonista) e inaspettatamente riuscita, coerente e completa.
E' però soprattutto la fotografia distorta, deformata ed impietosa di un paese alla deriva quello che esce dalla pellicola; anzi, forse la realtà che stiamo vivendo supera, per certi versi, le mostruosità oggetto della trama.
Il film che mi è venuto in mente il giorno dopo aver visto questo "Qualunquemente" è stato il capolavoro di Dino Risi "I Mostri" del 1963: la rappresentazione di orrori individuali e sociali in un'atmosfera ironica, sarcastica, malinconica e spesso assolutamente comica li accomuna, inserendo quindi la pellicola nella migliore tradizione della vera commedia all'italiana.
Ecco, probabilmente guardare questo film è come guardarsi allo specchio deformante di un luna-park; sperando non ci abbiano derubato anche della necessaria capacità di provare indignazione e rabbia per combattere un'immagine riflessa da rifiutare con tutte le nostre forze.
"..io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo, per fortuna o purtroppo, per fortuna..per fortuna lo sono." Giorgio Gaber
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