Baarìa: dal siciliano stretto "Porte del vento"

...i carritteri ogni tantu lassaunu i loru bisogni e i muscuni ciabbulaunu supra...

A Baarìa si corre, tra la polvere delle strade non ancora asfaltate, baciati da quel vento che nasce dal suo nome e spazza via il tempo quando si incanala violentemente nel corso principale fino alla chiesa. Ai lati delle strade c'è gente. Lavandaie, nutrici, mercanti, madri, bambini, contadini. I vecchi giocano a carte e quando vogliono le sigarette ti disturbano mentre stai giocando con le trottole. Devi correre dal tabaccaio e ritornare con le sigarette senza filtro prima che si asciughi la saliva che giace sul terreno. E sono 20 lire.

...veni l'autunnu, scura cchiù prestu, l'albiri peddunu i fogghi, e accumincia 'a scola, da' mari già si sentunu i riuturi...

A Baarìa si corre per andare a scuola, dove bisogna imparare a memoria e cantare con vigore ogni mattina la canzone sul Duce. Guai a chi non segue il coro: si rischia una sonora reprimenda e l'umiliante castigo dietro la lavagna. A scuola la mensa spetta solo ai bambini poveri, a discrezione della maestra. Ci sono i fascisti. Dappertutto. Al cinema, nei negozi, a presidiare le strade. Non puoi parlar male di loro o lasciar intendere che li stai deridendo con la salsiccia di porco. Ti aspetta il carcere in questi casi. Poi si corre alla stazione per salutare i giovani richiamati per la guerra e chi non vuole andare al fronte preferisce azzopparsi con una martellata sul piede.

...man manu ca passunu i jonna sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa ccu tuttu ca fora c'è a guerra mi sentu stranizza d'amuri ... l'amuri...

A Baarìa arriva la guerra e si corre tutti nei sotterranei per sfuggire ai bombardamenti. Ci si nasconde come topi. Tra rosari, isterie, pianti irrefrenabili, uncinetti di speranza e racconti per stemperare l'atmosfera pesante, si trema al passaggio degli aerei. Non c'è di che preoccuparsi. Tanto bombardano solo Palermo. Poi il fascismo crolla e ci si iscrive al Partito Comunista sperando che vada meglio. I comunisti riescono a vincere le elezioni ma alla mafia non va bene. A Baarìa c'è anche la mafia sottoforma di latifondisti. A volte avviene anche il miracolo della fratellanza, quando si vanno a comprare 200 bottoni da lutto e si "marcia" sul corso principale per piangere i contadini uccisi a Portella della Ginestra.

...e quannu t'ancontru 'nda strata mi veni 'na scossa 'ndo cori ccu tuttu ca fora si mori na mori stranizza d'amuri ... l'amuri...

A Baarìa si corre anche in chiesa perchè c'è Renato il pittore che deve abbellire la cupola rifacendosi ai migliori volti del paese. Quel pittore diventerà un Guttuso. Poi ci sono Peppino e Mannina. Protagonisti della fuitina più corta della storia. Lui sarà un membro della sezione Gramsci del Partito e lei imparerà a cucire. Lui cercherà di suddividere le terre confiscate con la riforma agraria, ai contadini e ai braccianti, sfidando i mafiosi e sperando di non fare la fine di Placido Rizzotto o Accursio Miraglia. Lei perderà un bimbo ma ne avrà altri grazie a Dio e berrà il sangue ancora caldo del bue appena sgozzato per non temere la gravidanza. Lui andrà in Unione Sovietica facendosi prestare un cappotto per sfidare il freddo. Al ritorno rimarrà deluso perchè la Russia non è poi così come veniva descritta. E il padre sul letto di morte sogna di vederlo deputato del PCI perchè crede che la politica sia bella. Lei tirerà avanti la casa e crescerà i propri figli, tra stenti, sacrifici, soddisfazioni e paure. Con l'aiuto di mamma ovviamente. E un pò di scanti.

...'n cielu fochi di culuri, 'n terra aria bruciata, e tutti appressu o santu 'nda vanedda, Sicilia bedda mia Sicilia bedda...

A Baarìa c'è il matto che vende in dollari e poi si adegua in lire con le penne biro. C'è una donna misteriosa che ricorda tanto mamma. Viene pure il cinematografo a girare un film con Alberto Sordi e la regia di Alberto Lattuada. C'è 'O Sciancato con i suoi alberi da frutta e le mine inesplose nella terra. Arrivano le minigonne a quattro dita sopra il ginocchio e gli anni di piombo in sordina. E si corre sempre. Oggi Bagheria è brutta. Ai lati della strada ci sono macchine parcheggiate e non si corre più a causa del traffico intenso simile a quello delle metropoli. Allora c'è voglia di tornare indietro, sperando che si possa tornare a correre ancora. A Bagheria si ritrova un orecchino perso tanto tempo fa e a Baarìa la mosca che rendeva la trottola leggera come il vento è ancora viva. Il miracolo della vita. Il miracolo di Baarìa.

P.S.: Gli intermezzi provengono dalle liriche di "Stranizza d'amuri" e "Veni l'autunnu", entrambe di Franco Battiato. Con deferenza.

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