Addio alla Sicilia assolata, tradizionalista e dialettale di "Baarìa" e benvenuti nel nuovo mondo di Giuseppe Tornatore: quello di una non precisata città e degli anfratti reconditi e oscuri di una villa ottocentesca. Li si costruisce la geografia mentale, il gioco psicologico tra le due figure che animano la pellicola: Virgil (un ottimo Geoffrey Rush) battitore d'aste, esperto d'antiquariato, eccentrico, igienofobo e con problemi a relazionarsi con l'altro sesso, e Claire (Sylvia Hoeks) figura per lungo tempo indefinita a causa dell'agorafobia che la "costringe" a rintanarsi nella sua stanza, quello che apparentemente sembra il suo mondo. Tra i due si instaurerà un rapporto strano, ambiguo, forte, destinato a cambiare apparentemente la vita di entrambi.
Tornatore dipinge un film tremolante, che gioca sulla soffusità, sulle cose non dette e non viste. Un avanzare lento, ma congeniale all'atmosfera creata dal cineasta siciliano, che gioca sul timore dell'altro, del diverso. Un mondo pieno di paure, quella villa come l'esemplificazione del mondo contemporaneo, sempre più preda dell'angoscia, della manie, delle distanze e spesso del lavoro che fagocita qualsiasi tipo di relazione interpersonale. Lo fa con una pellicola visivamente interessante e con una regia equilibrata, che da spazio agli attori senza per questo risultare "banale".
"La migliore offerta" è un'opera riuscita, in bilico tra un anomalo thriller e un'altrettanta improbabile storia sentimentale. Tornatore riesce a sublimare le due ore in un climax finale che probabilmente è anche un po' telefonato, ma che ci lascia lì, insieme al caro vecchio Virgil, a rimuginare sulle cose perdute, mancate, rubate.
Il cineasta di Bagheria plasma una pellicola "compatta", priva di sbavature e di sofismi eccessivi. Un plot ben scritto dallo stesso Tornatore contribuisce a dare un preciso indirizzo evolutivo al film: eccezion fatta per qualche lungaggine nella seconda metà, anche dal punto di vista sceneggiatura/intrattenimento "La migliore offerta" si può dire un film riuscito.
"In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico..."
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