Il quinto lavoro discografico di Giusto Pio è quello che più somiglia all'esordio di Motore immobile. Prodotto e pubblicato da L'Ottava, nuova etichetta di Franco Battiato, che si occuperà anche della pubblicazione, per la prima volta in Italia delle opere di Gurdjeff, Alla corte di Nefertiti è il titolo che Franco suggerisce al suo Maestro di violino. Da notare che Franco, verso la fine dei '70, aveva anche studiato violino. Il vinile è composto in realtà da una sola traccia, quella che dà il titolo, che sul lato B viene "frammentata" alla maniera di M.lle Le Gladiator, sfiorando e talvolta raggiungendo l'assurdità sonora. La suite ha una durata di 14 minuti e mezzo, proprio come L'Egitto prima delle sabbie, ma qui c'è molta più variazione di strumenti e atmosfere. D'altronde, con una dedica alla regina egizia vissuta nel 1300 a. C., non si potevano non respirare atmosfere orientaleggianti. Alla metà del brano è più presente il pianoforte e poi le percussioni.
Tra le curiosità riguardanti questa suite, essa è stata utilizzata come commento sonoro ad una mostra di scultura organizzata dall'associazione Le Venezie dal titolo "Molte bianche ali sospese sugli aquiloni", che ebbe luogo a Verona nel 1988. È un lavoro minuzioso e coraggioso, 4 stelle le merita.
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