Devo fare una premessa, non riesco a sopportare i saputelli, soprattutto in ambito musicale.

Faccio un esempio, c’è quello che gli fai sentire un brano qualsiasi e ti ripete a memoria la recensione di Guglielmi, Cilià od altri. Insomma, sono dei seguaci di gusti musicali altrui. Inoltre questi saputelli possono snocciolarti a memoria la formazione ormai notissima, Brian Kelvin al Basso, ex pianista dei Brubell, poi Passato nel 1949 agli Allora celeberrimi Ruttos Dopo un breve tirocinio come anestesista Al Sempol Hospital brian Kelvin passava con i Blue Vomit's come percussionista E lo vedremo poi al sax baritono E successivamente alla viola d'amore Con i Bobbolons (cit) …

Poi ci sono quelli che ti suggeriscono, per affrontare con il giusto piglio la giornata lavorativa, l’ascolto rinvigorente mattutino di Metal Machine music, in modo che entro le 11 hai già commesso il primo omicidio (!), oppure quelli che sanno dirti chi erano i Brainticket e che rimpiangono il loro album Cottonwoodhill, un’accozzaglia di suoni in stile kraut rock belga che provoca un’orchite dopo solo 5 minuti di ascolto.

Tutto questo accade perché la maggioranza silenziosa … Tace. Ha paura di sembrare affetta da anedonia musicale. Non dobbiamo vergognarci, non è così, il momento della riscossa è arrivato, è qui, ora. La nostra rivincita è vicina. Possiamo dire che “Ne me tirez plus non mi tira più per i più addetti che non sanno il francese” mi fa ridere tutte le volte che l’ascolto (Squallor), che Frownland del capitano cuore di bue è insopportabile, che Vikingur Olafsson ed i Sigur Ros sono noiosissimi come un gran premio di formula 1, che la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca!

Bene, ora posso cominciare la recensione. Glenn Branca, in ritardo di 10 anni pubblica un EP avanti di 25. Il brano di apertura, Lesson n.1 ha un movimento circolare, con chitarre abbastanza ascoltabili che ricordano il mike oldfield delle campane tubolari, nulla a che fare con lesson n. 2 sul disco successivo. D’altronde mi pare ovvio che Lesson n 1 sia sul primo disco e lesson n 2 sul secondo. Questo dimostra la precisione di Glenn e la sua predilezione per la matematica. Otto minuti e sblisga (a Bologna, non sentiremo mai dire un etto e venti, o un chilo e cento ma un etto e sblisga, un chilo e sblisga. Lo sblisga infatti è un’unità di misura indefinita eppure precisissima. È quel poco di più (o di meno) su cui nessuno obietterà mai nulla. – E. Drusiani) abbastanza noiosi e poco significativi.

La vera bomba è il secondo brano, Dissonance su un tappeto musicale di un basso pulsante in stile Little Tony in Cuore matto, il nostro eroe prima inciampa in ferraglie lasciate per terra da qualcuno, poi si ostina a percuotere una campana con la fronte, prima che il brano assuma la dimensione che, giustamente, il titolo gli ha destinato. Ma è un caos controllato, a tratti lisergico. Infine tutto scema, lasciando il basso iniziale tutto solo con lievi accenni di chitarra e pochi rumori residui a fare da contorno. Sono molto stanco, 12 minuti intensi… Mi rammarico per il mio pubblico, ma il tbt si interrompe qui, sono stanco, quindi vado a letto.

orvuar

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