Se l'arte di musicare possedesse leggi fisiche, questa sarebbe l'opera concepita per distruggerle e ricrearle con sadica voluttà. Una Tela di Penelope minimale, ovattata, perennemente disturbata da stacchi auto-oppressivi. Un fiore di irrazionalità preconfezionata cui distribuzione fu da destinarsi solo ed unicamente a personaggi dai difficili e (alquanto) "dubbi" gusti. Un mondo di rumori espressi sotto forma di violenza fisica a membra strumentali la cui vitalità calante può essere percepita erroneamente sino alla effettiva comprensione: l'Ascesi.

Il cammino introspettivo colmo di radioattività che Branca decide di intraprendere sfocia nella demistificazione della metrica, proposta sin dall'inizio con "Lesson N. 2" brano nato per scardinare sin dal principio il filo conduttore che lega ogni non-sinfonia all'altra in modo deforme ma stupendamente disciplinato. La tensione emotiva con cui le sferragliate chitarristiche si appropriano dei pensieri risulta essere a mio avviso inimitabilmente come il fattore, l'anima e il corpo, di questo capolavoro. Fattore tale da poter permettere interpretazioni soggettive che differiscono oceanicamente tra loro ma che concorrono a ricercare quella sacralità che opacizzata, traspare indirettamente dal muro di rumori, come tentando di attraversare un giardino i cui rovi impediscono la vista della fine dello stesso: giardino di menzogne prostituitesi in un termine solitamente violentato dal qualunquismo.Noise.
Un nazismo sonoro che marcia con impeto da "The Spectacular Commodity" a "Structure" a ritmo di impietosa fermezza, capace di esprimere tutta la propria verve in "Light Field (In Consonance)", un tribale, freddo, esempio di routine macellata dalle suddette devianze. Ma il tempo si ferma. Il cuore, lento, rabbrividisce e si inchina d'innanzi a "The Ascension", il perno dell'opera. Giuro in vita mia di non aver mai ascoltato nulla di più sensuale, di così spirituale ed allo stesso tempo sacrilego come questo filtro di amore perduto, il cui effetto si protrae per i quindici minuti più inusuali della Vostra vita. Tra correnti contrarie e venti maestosamente silenti che scalfiscono il volto, l'ascesa si compie, seppur viziata da sporadiche violazioni ed interruzioni che sembrano voler tornare alla disciplina forzata dei brani precedenti.

Un frutto di unica bellezza in un mondo di scontatezze e repliche televisive. Un cielo a sé stante perennemente variabile, inquinato e venerato dalle stesse deformità che lo costituiscono. Il quinto elemento. Un Capolavoro.

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