A marzo di quest' anno ho avuto la fortuna di assistere alla tappa italiana del Hughes-Turner Project, e da allora la mia vita non è piú la stessa... vedere un uomo di 52 anni scatenato come un 25enne e con una voce da brivido non è un'esperienza comune... (solo chi c'era può capire!)
Grazie alla buona fama che Hughes (The Voice of Rock) si è fatto negli anni, due anni fa ho deciso di acquistare l'album in questione: "Building The Machine". Vuoi perché è il primo album di Glenn Hughes che ho acquistato, vuoi che sia veramente bello, ma ci sono particolarmente affezionato e lo ascolto sempre volentieri. A cominciare dalla cover. A mio parere è una delle piú belle di Hughes.
Ma ora parliamo delle canzoni contenute nell'album: la prima delle tracce è stata (ed è) una delle piú suonate nei suoi concerti perché è una vera e propria Hit del suo repertorio: ritmo rock-blues contemporaneo, molto coinvolgente il giro di chitarra con cui si introduce il brano: include "solo" 4 note ma... che note! Il chitarrista JJ Marsh non si fa pregare e sfodera tutte le sue carte da chitarrista tecnico e con un gran bel sound distorto tipico della Fender e del amplificazione "Marshall".
La seconda ha un "tiro" piú veloce e duro, mentre la terza traccia rilassa un po' l'orecchio dell'ascoltare essendo la sonorità piú blues e ritmata da chitarre meno distorte.
Poi viene una delle mie preferite "I Just Want to Celebrate" (è una cover dei Rare Earth): ha un ritmo blues-rock ritmata con versi sostenuti da cori "da stadio" piú urletti pazzeschi di "The Voice".
Don't Let It Slip Away (track 5) dimostra che con un basso 4 corde si possono fare miracoli: Glenn lo suona alla grande e ne risulta una canzone che sa di "funky".
Poi si passa alla lenta "Feels Like Home" che incomincia con arpeggio di chitarra acustica e voce per poi variare a metà canzone introducendo batteria, basso e chitarra elettrica... molto bello.
La 7 è una cover dei "vecchi lupi" Deep Purple tratto dall'album "Stormbringer" riarrangiata per l'occasione: "Highball Shooter" a mio parere qui è ancora piú bella dell'originale (soprattutto per la voce di Glenn!!).
"When You Fall" è la traccia successiva, e se devo dir il vero è una di quelle che mi piaccino meno ma son gusti, mentre la 9 è introdotta da un arpeggio di chitarra elettrica, poi la voce soft e modulata ed un accompagnamento di pianoforte, per poi salire di intensità.
La traccia 10 è sulla linea della precedente ambienta bene, lenta e frecciatine di Glenn con la sua voce poderosa.
Infine l'ultima (purtroppo) "Big Sky" che riassume un po' la seconda parte dell'album: piú tranquillo della prima, ma non per questo meno apprezzabile sicché ci troviamo assorti ad ascoltare questo inglese dalla voce che modula a suo piacimento: dolce e coinvolgente ma anche potente e penetrante... un camaleonte!
Sebbene le sue doti canore sono sbalorditive, non sfigura nemmeno come bassista, stesa cosa direi della sua band che è preparata e capace di esprimere al meglio (in studio e dal vivo) le canzoni del nostro Glenn Hughes.
Voto: 5, per le canzoni, anche non sono tutte allo stesso livello (ad alcune darei 6 ad altre 3), per il sound grandioso (se fosse possibile 6) e per "The Voice of Rock" che è inutile dirlo ma dargli 5 è come prendersi in giro...
Sicuramente la mia recensione non rede completamente onore a "The Voice" e a questo stupendo album, per cui mi scuso con lui e con tutti i suoi fans se questa recensione può sembrare riduttiva o troppo concisa ma d'altronde non è il caso di scrivere un romanzo (altrimenti quanti di voi arriverebbero a leggere l'ultima riga?) Ciao!
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