Nostalgia? Spirito di riscoperta? Legami inscindibili con le tradizioni? Volontà di far emergere ricordi sopiti? Revival? Beata gioventù? Insoddisfazione per il presente? Divertimento? Tante le ipotesi che si possono fare nel momento in cui ci si trova al cospetto di dischi che guardano palesemente al passato e che cercano di riportare alla luce sonorità che se non erano del tutto dimenticate, però erano di certo sepolte sotto stratificazioni successive di terra, o quanto meno, di polvere. Se spesso tale processo di movimento a ritroso viene applicato a forme musicali, che si possono genericamente definire "rock", a volte accade che anche la materia elettronica sia traslata indietro nel tempo; nel caso specifico di Glowstyx, come si può intuire dal titolo, si ritorna al 1992 (e zone limitrofe). Precisato che dietro questa nuova entità si cela Jason Köhnen, (la mente suprema, che governa i clamorosi Bong-Ra), diciamo che le dodici tracce riportano in vita il sound che animava le piste meno omologate o direttamente i prati dove si ammassavano i partecipanti ai rave. Quindi stiamo parlando di musica ballabile, spesso derivata dalla techno (rare le incursioni nei territori trance), sia nella sua veste più lineare che con supporto ritmico spezzato, saltuarie sbandate house/acide e nessuna concessione gabba o particolarmente violenta. Infatti l'appeal è abbastanza gioioso e finalizzato al divertimento, piuttosto che al massacro, però l'insieme risulta troppo volutamente datato, oltre che eccessivamente facile, e non sempre riesce a convincere.

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