Gli GNOD (che praticamente infilano tutti di seguito dischi uno migliore dell'altro) stanno ridefinendo i canoni del genere psichedelico del nuovo decennio. Cioè il prossimo. Mentre la Fuzz Club Records continua a estendere il proprio dominio sul vecchio continente per quello che riguarda il genere neo-psichedelico con proposte sempre più ammiccanti e in parte abbandonando quella deriva post-industrial che caratterizza esperienze come Radar Men From The Moon oppure 10,000 Russos, gli GNOD di Paddy Shine vanno dritti per la loro strada e dopo "Infinity Machines", "Mirrors", il provocatorio "Just Say No To The Psycho Right-Wing Capitalist Fascist Industrial Death Machine" e la fondamentale pubblicazione proprio con i RMFTM nella forma subliminale Temple ov BBV, rilanciano con un nuovo LP intitolato "Chapel Perilous" e uscito per la avventurosa ed epica Rocket Recordings lo scorso 4 maggio.
Imbarcata una formazione di pazzi scatenati (tra cui anche anche il terrorista della musica elettronica italiana Toni Cutrone aka Mai Mai Mai) gli GNOD si sono raccolti nella fornace di Bob de Wit (ancora RMFTM) i Supernova Studio di Eindhoven (la nuova "mecca" della psichedelia europea dopo Liverpool) dove hanno nuovamente lavorato a un album dai forti contenuti sociali e filosofici e in una combinazione alchemica tra post-umanesimo, illuminismo fantascienza e teorie della cospirazione, dedicandosi questa volta a sviscerare l'opera del socialista libertario Robert Anton Wilson e una opera significativa come "Cosmic Trigger". Questo disco di conseguenza è costruito sul confine di quella sottile linea dove il soprannaturale incontra il quotidiano e la definizione della realtà viene affidata esclusivamente a esperienze sensoriali.
Aperto dalla monumentale "Donovan's Daughters", "Chapel Perilous" (definizione usata per la prima volta in campo letterario in una opera avventurosa di Sir Thomas Malory nel 1485) si può considerare come il punto di approdo dell'opera concettuale cominciata da Lou Reed con "Metal Machine Music" e poi proseguita con la new wave e i Suicide di Martin Rev e Alan Vega: quelle spinte minimaliste e d'avanguardia mai sopite nella natura più selvaggia dell'essere umano che qui prescinde da ogni pretesa intellettuale e si concretizza allo stato primitivo e dove il soggetto si spinge oltre ogni frontiera dell'immaginazione fino alla pazzia. A quella paranoia del soggetto e del singolo considerato nel contesto della società occidentale contemporanea.
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