Nel percepire le immagini l’occhio vede forme ribaltate rispetto alla nostra sensazione, ci pensa il cervello ad elaborare e raddrizzare, probabilmente solo per abitudine; non sarebbe facile muoversi in una realtà speculare, ma qui il problema non si pone e la musica si specchia nel nero; inoltre il campo visivo di ognuno ha un buco per occhio, ma questa lacuna viene poi ricostruita per deduzione dalle immagini circostanti, come ad interpolare la realtà; in altre parole, ci sarà sempre qualcosa che vediamo diverso da quel che è, quindi-magari anche qualcosa che ascoltiamo.
E per questo rorrim potrei ben immaginare un gioco di percezioni, di certo non un ascolto tanto per; vive di dissonanze e figura situazioni tangibili forse solo nei primi minuti, in poco tempo è la teatralità a prendere il sopravvento, come a sonorizzare disturbanti ed insolite immagini, tra recitazioni vocali e motorik da bad trip; un disco in tre brani dalla sintassi musicale intricata e sconnessa, come leggere testi di sole consonanti per mezzora.
Mirror è forse il pezzo guida od un fiume acheronte, non il più significativo tra gli altri ma l’unico ad essere remixato; Learn to Forgive mi fa immaginare certi Unsane in catene, ancor più lenti, rumorosi ed angolari, nasconde da qualche parte il centro immaginario di simmetria e prepara alla poco benevola Sodom & Gomorrah, l’ascolto disturbante che si fa aspettare dal principio, non si capisce se descriva la paura del dolore o di morire; se non si fosse intuito, da ascoltare eventualmente prima che spunti qualche margheritina là fuori.
Pensando anche all’ultimo rosso - justsaynotothepsychorightwingcapitalistfascistindustrialdeathmachine, trovo interessante come questi cacofonici Gnod siano gli stessi che anni fa si gettavano contro gravità in estenuanti tracce cosmiche, qui siamo nel duemilasedici e risulta non poco collegato ai cavi cerebrali di Infinity Machines, ma a sensazione è un semplice corollario su ciò che hanno teorizzato nel precedente disco; insistenti, ma in continuo cambiamento, noise sgualcito, elettronica disturbante di fondo, continui lamenti vocali e tanto rumore, nei momenti di tregua rimangono brandelli di suoni nel buio come fiammelle; bello tanto per chi li segue, potrebbe lasciar spaesati in altri casi, ssalut.
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