Gnostic: una costola degli Atheist.

Così recita una delle tante news visibili su Metalitalia per annunciare il debutto di tale band all'interno della quale chitarre e batteria sono occupate da membri degli Atheist, ossia: Chris Baker, Sonny Carson e Steve Flynn. Immediatamente dico che siamo alle prese con un lavoro di metal abbastanza tecnico, senza sbavature, e anche ben arrangiato, dove, specialmente per gli ascoltatori "informati" non sarà difficile scorgere in più punti l'influenza Atheist e techno-death in generale. Detto ciò, mi accingo a valutare quest'opera, tenendo conto del periodo in cui è stata pubblicata:anno 2009, il techno-death in genere, muta (ed è un bene, perchè dà prova di poter inglobare influenze successive ad esso che negli anni si sono fatte strada nel mondo metal contemporaneo), e, questo "Engineering The Rule" lo testimonia, essendo in alcune ritmiche di chitarra, "portatore sano" di un riffing lontanamente simile a quello del cosiddetto metal moderno; il tutto però, ben miscelato con qualche jazzismo riconoscibile nelle linee di basso (spesso molto calde e nel contempo intricate), e nelle mani e piedi del grande Flynn (che svolge un grandissimo lavoro dietro le pelli), che si intersecano a loro volta con un'ovvia matrice death metal e tanta, tanta tecnica. La produzione è ottima; si ode tutto, essendo stati, gli strumenti, valorizzati per bene uno ad uno, ad eccezione del basso che non è perennemente presente, anche se a mio avviso, ciò è stato voluto.

I brani sono tutti di breve durata, cosa che però, non dovrebbe infastidire o intaccare il risultato finale (vedi Unquestionable Presence; è perfetto). Alla luce di quanto ivi detto, il lavoro in esame dovrebbe essere perfetto, ma ci tengo a dire che non è così per i seguenti motivi: i soli di chitarra  portano con essi un evidente marchio, ossia Atheist, alcune linee di basso sono mooolto simili a quelle di "Elements", e i brani sono abbastanza scorrevoli da diventare (di rado) alle mie orecchie, un pò banali. Fattori che inficiano la personalità del lavoro che "potrebbe" essere più marcata e far urlare al capolavoro.

In conclusione, un album ben suonato, prodotto ed arrangiato, che farà la gioia di molti, e che merita di essere comprato ed ascoltato. Dal mio canto, un buon debutto, in attesa del capitolo successivo, possibilmente più personale e lontano dall'ombra degli Atheist. Buon ascolto.

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