Los Angeles, fine anni '70. Per l'assolata metropoli californiana si aggira per negozi di dischi di giorno, e club la sera, una ragazza non proprio raccomandabile. Belinda Carlisle è affascinata da tutto ciò che è fuori dagli schemi, è una ragazzaccia che si dedica al consumo di alcol, acidi e droghe varie. L'idea di fondare una band punk le viene rapidamente perché se Londra era arrabbiata L.A. non lo era da meno in quel periodo.

Le Go-Go's suonano male, malissimo nella migliore tradizione del genere. Il suono è ruvido e cattivo i testi sono allusivi, dissacranti e arrabbiati. L'industria discografica fiuta l'affare, una band di sole donne che si scrivono i pezzi da sole, e le trasferisce a New-York per registrare. Se la Carlisle ci mette voce e volto, Charlotte Caffey (chitarra solista) e Jane Wiedlin (chitarra ritmica) ci mettono i testi e il rumore. Una batterista vera, Gina Shock, tiene il tempo insieme a Kathy Valentine (basso). "Beaty and the Beat" è un disco veloce, più corretto e meno sporco delle torride esibizioni live della band. I pezzi da classifica ci sono, "Our Lips are Sealed" e "Automatic", la ballad di stile anche, "Fading Fast", tutto il resto è rock'n'roll che strizza l'occhio ai Blondie dell'esordio con un surf macchiato di punk.

Il disco vende alla grande e sarà l'unico numero 1 nella storia della discografia americana di una band tutta al femminile autrice dei propri pezzi. Dopo altri due dischi, più pop-rock orientati e laccati, la band si scioglierà per l'insostenibile presenza di una Carlisle sempre più schiava di droghe e abitudini sessuali molto libere. Ripulita, dimagrita, e illuminata da una nuova fede tornerà come solista con una serie di dischi pregevoli e su "Real" (1993) si riunirà con la Caffey per un buon album più rock.

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